Diritto al fine vita, in piazza a Roma. «Liberi fino alla fine»

Diritto al fine vita, in piazza a Roma. «Liberi fino alla fine»

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«Nei palazzi delle due sponde del Tevere c’è chi si sta mobilitando in queste ore per cercare di impedire che la Corte costituzionale decida – afferma Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni che si batte per il diritto all’eutanasia – Questa manifestazione-concerto “Liberi fino alla fine” serve a celebrare una lotta che porteremo avanti fino alla vittoria. Abbiamo scelto la piazza dedicata a Piergiorgio Welby perché ha un valore simbolico, adesso speriamo che il tempo sia clemente e ci aiuti. Siamo fiduciosi e ottimisti».

Cappato sembra convinto di ciò che dice, nonostante quello che sta accadendo intorno. I giornalisti accorsi per la conferenza stampa di presentazione dell’evento sono assiepati sul palco, stretti vicino ai relatori. Il palco è sommerso d’acqua e l’elettricità staccata. Diluvia e il cielo è nerissimo.

«SONO PASSATI SEI ANNI da quando abbiamo depositato la nostra legge di iniziativa popolare sull’aiuto al fine vita – continua l’esponente dei Radicali Italiani – Per sei anni il parlamento non ha fatto nulla. A sei giorni dal pronunciamento della Corte, invece, qualcuno si muove».

Il 24 settembre dello scorso anno l’organo di garanzia costituzionale ha sospeso un giudizio contro di lui. È accusato di aiuto al suicidio per il caso di dj Fabo. L’inchiesta è partita per la sua autodenuncia al ritorno dalla Svizzera, dove aveva accompagnato Fabiano Antoniani a sottoporsi a eutanasia. In base all’articolo 580 c.p. rischia tra 5 e 12 anni di carcere. La sospensione decretata dalla corte serviva a dare tempo al parlamento per legiferare.

Questo, però, non è avvenuto. A meno di colpi di scena, la prossima settimana la Corte stabilirà l’incostituzionalità del reato. Per evitarlo si sta dando da fare proprio chi non ha mai voluto affrontare la questione con lo scopo di conservare lo status quo proibizionista. Ci sono due strade: una legge che riduca le pene per i familiari di chi vuole finire di vivere (e scongiuri così l’intervento del tribunale), o un rinvio della sentenza. Le energie sono concentrate sulla seconda.

«AL CONVEGNO DELLA CEI di due settimane fa il cardinale Bassetti ha chiesto esplicitamente alla Corte di rinviare la decisione – continua Cappato – Il senatore forzista Maurizio Gasparri ha risposto proponendo di contattare tutte le massime cariche istituzionali. Possiamo dare per certo che i presidenti della Camera e della Repubblica siano stati invitati a sentire quello della Corte costituzionale. Ora sappiamo che la presidente del Senato Casellati l’ha fatto, in modo del tutto abusivo rispetto alle sue competenze». Nel pomeriggio di ieri il Quirinale ha dovuto smentire qualsiasi contatto con il giudice Lattanzi, presidente della Corte costituzionale, dopo un articolo pubblicato dal sito del programma Le Iene che parlava di un colloquio telefonico.

LA MANIFESTAZIONE-CONCERTO si svolge nel cuore del quartiere romano di Cinecittà, dove viveva Welby, attivista per l’eutanasia e contro l’accanimento terapeutico scomparso nel 2006. Intervengono numerosi artisti, tra cui Nina Zilli, Muro del Canto e Roy Paci, e personalità legate alla storica battaglia radicale, come Beppino Englaro, padre di Eluana, e Mina Welby, moglie di Piergiorgio. Quest’ultima afferma che «la morte deve essere opportuna, cioè giungere quando il corpo non ce la fa più, è arrivato alla fine ed è troppo pesante per la vita e la persona».

A condurre l’iniziativa Neri Marcorè: «Rispetto la libertà di chi ha una fede religiosa a non essere d’accordo. Altrettanto, sono convinto che chi non crede deve avere diritto a porre fine alla propria vita se questa non ha più dignità di essere chiamata tale. È un tema divisivo, ma i partiti dovranno prendere una posizione. La legge prima o poi arriverà. È solo questione di tempo». Intorno, intanto, ha smesso di piovere e il cielo è schiarito. Alla fine il tempo sembra volgere per il verso giusto.

* Fonte: Giansandro Merli,  il manifesto



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