Catalogna. Arrestati nove indipendentisti: «Preparavano attentati»

by Luca Tancredi Barone * | 24 Settembre 2019 10:36

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Negli ultimi anni hanno partecipato a manifestazioni a favore dell’indipendenza o contro la detenzione e il processo dei leader in carcere

BARCELLONA. L’autunno catalano inizia bello caldo. Ieri la Guardia Civile all’alba ha iniziato una serie di perquisizioni culminate nell’arresto di nove persone (in serata, due sono state rilasciate, imputate a piede libero) a Sabadell, vicino a Barcellona, e altri paesini dell’area. Le accuse sono gravissime: terrorismo, ribellione e detenzione di armi. Le persone sotto indagine appartengono tutte ai Cdr, Comitati di difesa della Repubblica, gruppi di indipendentisti vicini alla sinistra della Cup che negli ultimi anni hanno partecipato a manifestazioni a favore dell’indipendenza catalana o contro la detenzione e il processo dei leader indipendentisti. Secondo l’accusa, preparavano una serie di attentati da effettuarsi fra l’1 ottobre – anniversario del referendum indipendentista convocato dal governo catalano contro gli ordini di quello spagnolo, e represso a manganellate dalla polizia – e la data, ancora incerta, della sentenza contro i leader indipendentisti in carcere.

Se Madrid cercava un modo per compattare i partiti indipendentisti catalani, in rotta ormai da mesi, e per rendersi la vita ancora più difficile nel dopo elezioni del 10 novembre (stamattina in gazzetta lo scioglimento ufficiale delle camere), ci è riuscita alla grande. I 15 seggi di Esquerra Repubblicana erano gratis per Sánchez, diceva il portavoce Rufián, ma dopo l’autunno chissà. Con la sentenza del processo e dopo questa nuovo esempio di repressione preventiva, oltretutto con prove che non sembrano, a quanto trapelato sinora, molto solide, per qualsiasi partito catalanista sarà alquanto difficile fare alcun passo distensivo verso Madrid. Il governo Sánchez, per aprire la campagna elettorale, sembra sempre più simile a quello di Rajoy per quanto riguarda la politica catalana.

Secondo fonti giudiziarie riportate dalla stampa, si tratterebbe di «un gruppo terrorista di indole secessionista catalano» pronto a perpetrare «progetti terroristi» che sarebbero «in avanzato grado di preparazione» addirittura con «obiettivi selezionati». Secondo l’accusa, «Avrebbero potuto provocare danni irreparabili», e per questo è stato deciso di «procedere alla detenzione». In un garage avrebbero trovato una «cucina di esplosivi», anche se dagli ambienti indipendentisti segnalano che questa è l’epoca di correfocs e altri giochi pirotecnici in moltissimi paesi di tutta la Catalogna.

Se la destra ha esultato, accusando gli indipendentisti di violenza, i socialisti hanno chiamato alla calma. Per il presidente catalano: «La repressione continua a essere l’unica risposta dello stato spagnolo». Il portavoce di En comú Podem, Jaume Assens, avvocato, ha criticato l’operazione e accusato la Audiencia nacional di «banalizzare il terrorismo», ricordando altri casi in cui accuse analoghe si erano poi invariabilmente «sgonfiate». Junts per Catalunya e Esquerra hanno chiesto al ministro degli interni di riferire urgentemente in parlamento sui fatti per spiegare questa «operazione criminalizzatrice». Decine di mobilitazioni spontanee ieri sera in moltissimi comuni catalani.

* Fonte: Luca Tancredi Barone, il manifesto[1]

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