Territori occupati. Quattro palestinesi armati uccisi a Gaza
Hamas ha smentito l’appartenenza alla sua ala militare dei quattro palestinesi di Gaza rimasti uccisi nella notte tra venerdì e sabato sulle barriere di demarcazione durante un tentativo di infiltrazione in Israele all’altezza di Deir al Balah. Secondo il movimento islamico i quattro erano «dei giovani arrabbiati» e si sarebbe trattato di un «atto individuale frutto della pressione inflitta (dal blocco israeliano) alla nostra gente». Una versione non infondata considerando la dura condizione in cui Gaza è tenuta da oltre dieci anni. Ma è difficile credere che i quattro uccisi non avessero alcun legame con organizzazioni militanti. Infatti erano armati di mitra Kalashinkov, lanciarazzi e granate a mano, una delle quali sarebbe stata scagliata contro i militari israeliani. Uno dei quattro è riuscito a superare le barriere e, pare, anche ad aprire il fuoco prima di essere abbattuto assieme ai suoi compagni dal fuoco dei soldati. A Gaza soltanto uno del gruppo era noto, come ex membro del Fronte Democratico. Gli altri sono definiti «indipendenti» vicini alla galassia delle piccole formazioni salafite che agiscono nell’area tra Khan Yunis e Rafah. Israele ha descritto il tentativo di infiltrazione come parte di una operazione armata più ampia sventata sul nascere e ha bombardato postazioni di Hamas a Deir al Balah.
L’episodio è avvenuto alla vigilia dell’Eid al Adha, i quattro giorni della festa islamica del sacrificio che coincide con l’Hajj, il pellegrinaggio alla Mecca. Proprio per l’Adha venerdì Hamas aveva annullato le manifestazioni di massa della “Grande Marcia del Ritorno” contro il blocco di Gaza che vanno avanti dal marzo del 2018 e in cui sono rimasti uccisi oltre 200 palestinesi, colpiti dal fuoco dei tiratori scelti israeliani.
* Fonte: Michele Giorgio, IL MANIFESTO
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