by Giansandro Merli * | 14 Agosto 2019 8:27
«Con la crisi di governo ormai aperta e dagli esiti imprevedibili riteniamo necessario chiedere a gran voce una moratoria degli sgomberi previsti a partire dal mese di agosto nella città di Roma». Inizia così una nota diffusa ieri da Marta Bonafoni, Paolo Ciani e Alessandro Capriccioli, capigruppo rispettivamente della Lista civica Zingaretti, di Centro solidale demos e di +Europa radicali al consiglio regionale del Lazio.
SECONDO GLI ESPONENTI POLITICI il tema è delicato e intreccia fattori diversi: non solo la tutela della proprietà privata e dell’ordine pubblico, sottolineati in più occasioni da Matteo Salvini, ma anche il diritto delle persone alla casa e all’unità familiare. Per bilanciare le diverse questioni, argomentano, è necessaria una partecipazione interistituzionale.
L’APERTURA DELLA CRISI DI GOVERNO da parte del leader della Lega, però, rende impossibile questa condizione. «Con un ministro dell’Interno totalmente concentrato su altro – continuano –, cioè su una partita ormai solo elettorale, sarebbe grave e da irresponsabili far procedere la macchina degli sgomberi che dipende, per la parte relativa all’ordine pubblico, da un Viminale di fatto senza guida». In tale situazione, i capigruppo si dicono preoccupati non solo per le centinaia di persone che nel mese più caldo dell’anno rischiano di trovarsi senza alcuna soluzione abitativa, ma anche per la stessa gestione delle operazioni di sgombero che potrebbero creare «un grave allarme sociale in questa fase di incertezza istituzionale». A maggior ragione in una città amministrata dai 5 Stelle, ex alleato di governo diventato ormai concorrente politico.
A ROMA SONO CIRCA 80 le occupazioni di case e spazi sociali. Ad aprile scorso la prefettura ha diffuso una lista di 22 realtà da sgomberare[1] quanto prima. Il documento è stato ribattezzato «circolare Salvini» e il 15 luglio ha prodotto la prima, e per ora unica, operazione di polizia contro i 300 occupanti di via Cardinal Capranica[2], nel quartiere di Primavalle. La prossima volta dovrebbe toccare al palazzo di viale del Caravaggio[3], a Tor Marancia. Ci abitano in 380. In totale le persone stimate nelle occupazioni abitative presenti nella lista sono circa 2.500. Oltre alle case, poi, ci sono i tanti centri sociali.
QUESTE ESPERIENZE offrono risposte concrete ai vuoti lasciati dalle politiche delle amministrazioni capitoline, dal diritto all’abitare alla produzione culturale e agli spazi di aggregazione e solidarietà. Cancellarle dalla mappa sarebbe l’ennesima, inutile ferita alla città.
* Fonte: Giansandro Merli, IL MANIFESTO[4]
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