L’incontro è stato aperto dal presidente del consiglio che, a nome di tutto il governo, ha ribadito che la loro proposta di legge di stabilità ci sarà presentata all’inizio di settembre e invitandoci a illustrare le nostre proposte. Abbiamo ribadito la richiesta che la prossima legge di stabilità determini un vero cambiamento delle politiche economiche e sociali. A partire dagli investimenti, dal rilancio del mezzogiorno, da come si crea lavoro stabile, dalla riduzione del fisco sul lavoro dipendente. E poi più risorse per servizio sanitario, assunzioni nella Pa, compresi medici e infermieri e aprire un tavolo sulle pensioni perché Quota 100 non ha risolto i problemi della Fornero soprattutto per donne e giovani e risolvere definitivamente il problema degli esodati.
Si aspetta che oggi Salvini al Viminale spieghi meglio la Flat tax di cui non si è parlato a palazzo Chigi?
Per la Cgil ci sarà la vicesegretaria Gianna Fracassi. Chi ha convocato l’incontro al Viminale dovrà spiegare perché lo fa. A palazzo Chigi c’erano ministri e sottosegretari di entrambe le forze politiche che compongono il governo. Mi sembra però che si discuta poco del perché il governo ha riaperto il confronto con i sindacati. Cgil, Cisl e Uil hanno riempito le piazze con lavoratori, pensionati e giovani in carne e ossa e hanno una piattaforma unitaria. Adesso vogliamo portare a casa i risultati. Il governo decida: vuole fare una legge di bilancio col consenso del mondo del lavoro o pensa di proseguire come ha fatto finora. Per ora il metodo – solo il metodo – è diverso. Dopo l’estate valuteremo il merito.
La convocazione a palazzo Chigi, sul tema del «lavoro», prevedeva una discussione sul salario minimo.
Sul «salario minimo» abbiamo detto che bisogna aumentare i salari defiscalizzando gli aumenti dei contratti nazionali. Per noi non c’è solo la paga oraria ma tutti i diritti e le tutele sanciti dai contratti nazionali. E allora serve un provvedimento che rafforzi il valore erga omnes dei contratti nazionali allargando a tutti i lavoratori i diritti – tredicesima, Tfr, maternità, infortuni, maggiorazioni – che impediscono la competizione fra lavoratori, cancellando i contratti pirata con la misurazione della rappresentanza.
Il ministro Di Maio vi ha risposto su questo?
Ci è stato detto che il governo deve discutere su tutti questi temi. Abbiamo chiesto approfondimenti tecnici sulle materie.
Tria intanto pensa ad un deficit dell’1,8 per cento e al taglio delle detrazioni per fare la Flat tax.
Il governo ci dica chiaramente quello che vuole fare. Mi interessa affermare che Cgil, Cisl e Uil hanno indicato un progetto di paese che si fonda sulla giustizia sociale. Visto i dati economici, è l’ora di cambiare politica, altrimenti c’è il rischio di accompagnare un arretramento del nostro paese.
Sulle risorse dove interverreste?
La prima cosa è una lotta dura all’evasione fiscale anche riducendo drasticamente l’uso del contante. È possibile inoltre usare i fondi integrativi previdenziali per sostenere investimenti nelle infrastrutture sociali e materiali, garantendo in ogni caso i rendimenti ai lavoratori. In questo senso è positivo il varo di «Progetto Italia» con Salini e Impregilo con Cassa depositi e prestiti e alcune banche, è un esempio intelligente da estendere in altri settori. Ci siamo battuti per arrivarci. Lo rivendichiamo.
A settembre farete una proposta condivisa con Confindustria sulla legge di bilancio?
Noi abbiamo una piattaforma sindacale unitaria discussa con lavoratori, pensionati e giovani. E l’abbiamo declinata su tutte le questioni a partire dal Sud. Se poi una parte di queste nostre rivendicazioni è condivisa da Confindustria benissimo. Ma a Confindustria diciamo che i contratti vanno rinnovati: dalla vigilanza privata alla sanità privata. Così come il governo deve trovare le risorse per scuola, sanità e pubblico impiego.
In queste ore c’è la fiducia sul decreto Sicurezza. Quanto è grave questa legge liberticida?
Consideriamo sbagliato e pericoloso il decreto Sicurezza. È singolare che il ministro Salvini convochi un incontro su tutto quello che fanno gli altri ministri e non discuta ciò che compete al suo ministero. Vuole far passare l’idea che siamo un paese invaso mentre sono più i giovani del Sud che lasciano l’Italia che i migranti che arrivano. Sono logiche sbagliate e pericolose sul piano sociale perché agiscono sulla contrapposizione fra diritti e persone che devono avere le stesse tutele. Ci siamo battuti per non farlo approvare. Se passerà decideremo quali sono le azioni più utili per contrastare l’applicazione di una legge sbagliata e pericolosa.
In questi giorni da più parti si sente usare l’aggettivo «fascistoide». In forma inedite e nuove, ma è un rischio che lei sente rispetto al consenso di Salvini?
Io penso che il problema di questo paese è appicare i principi della nostra costituzione e quindi non lasciare solo nessuno di fronte alle difficoltà. La logica dell’uomo forte trova alimento dalla semplificazione a tutti i costi di questioni complesse e ci riporta al rischio di pulsioni autoritarie. Siamo al paradosso che troppe volte anzichè mettere in discussione le logiche di un mercato senza regole che hanno prodotto precarizzazione, mercificazione del lavoro e tagli allo stato sociale si individui il nemico nel diverso o nel migrante che fugge dalla miseria o dallo sfruttamento. Per questo è importante e decisivo ricostruire un’unità sociale e di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori da una nuova cultura fondata sul diritto e la libertà nel lavoro con un’azione collettiva che ridia fiducia alle persone che si sono impoverite.
* Fonte: Massimo Franchi, IL MANIFESTO