Stati uniti. Schiaffo a Trump, accordo con lo Stato della California per ridurre le emissioni inquinanti
LOS ANGELES. La notizia è arrivata come una bomba: quattro dei maggiori autocostruttori hanno annuncio un accordo con la California per incrementare l’efficienza delle loro auto ai livelli che erano stato concordati da Sacramento con l’amministrazione Obama nel 2015 secondo un’ambiziosa tabella di marcia per la riduzione delle emissioni di carbonio.
Le norme erano però state invalidate da Trump che ha congelato i consumi delle auto sui livelli attuali come parte della rottamazione delle politiche ambientali del suo predecessore.
La situazione era sfociata in uno scontro aperto fra Washington e governo californiano sul fronte ambientale e nella minaccia da parte di Trump di revocare allo stato più ecologista la facoltà di stabilire norme ambientali in autonomia.
Il mese scorso era paradossalmente stato un consorzio di 17 costruttori, pur tradizionalmente anti-regulation, a sottoscrivere un appello a Casa bianca e governatore della California sollecitando un compromesso sulla normativa, in nome della stabilità industriale.
La “pace separata” annunciata ieri in California rappresenta un schiaffo aperto a Trump, che incassa la sconfitta oltre all’umiliante rivelazione che mentre la sua amministrazione formulava la propria politica, i costruttori stavano segretamente negoziando con i “nemici” della West Coast.
L’accordo, firmato da Ford, Honda, Volkswagen e Bmw, che rappresentano insieme il 30% del mercato Usa, accetta una soglia di efficienza di 21,7 km/litro entro il 2025. Trump ha dichiarato sufficienti gli attuali 15 km al litro. General Motors e Fiat Chrysler per ora non si esprimono.
Michael Abboud, portavoce dell’ente federale per la protezione dell’ambiente (Epa), ha dichiarato che l’accordo non rappresenta che «una messa in scena pubblicitaria che non contribuisce a stabilire una unica normative nazionale».
Solo il governo federale ha autorità in merito ha aggiunto Abboud, rappresentante dei dirigenti designati da Trump per occupare militarmente gli enti preposti e rottamare l’apparato di controllo ambientale a favore dell’industria degli idrocarburi.
L’amministrazione Trump ha sempre ribadito l’opposizione alla decrescita del carbonio dato che questo non inciderebbe in modo “sensibile” sul riscaldamento climatico già avviato. In quest’ottica era stato rifiutato anche il compromesso proposto dai costruttori lo scorso mese.
Tredici altri stati e il distretto di Columbia hanno ora dichiarato di voler aderire all’accordo californiano. Il mese scorso anche il Canada aveva controfirmato i livelli di efficienza californiani.
* Fonte: Luca Celada, IL MANIFESTO
Related Articles
Privatizzazione dell’acqua privata, la Toscana insiste
Referendum tradito. Prorogata la concessione a Nuove Acque Spa nella zona aretina-senese, lì dove nel 1999 fu aperta la breccia alle gestioni privatistiche