Morte del carabiniere, da Salvini e Meloni parte la caccia al nero
«Due magrebini ventenni»: questa la prima descrizione diffusa venerdì dagli inquirenti in relazione all’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega. Erano però le primissime ore di un’inchiesta che pure è stata lampo. A fine mattinata i sospetti erano quattro: un italiano, un albanese e due statunitensi, risultati poi i colpevoli. Eppure dal centrodestra era già partita la grancassa contro gli extracomunitari. Fino alle offese. «Due stronzi» li aveva definiti il vicepremier Matteo Salvini quando ancora credeva che fossero africani. E Giorgia Meloni: «Un carabiniere è morto ammazzato da due magrebini ancora latitanti. L’Italia non può più essere l’approdo di queste bestie».
POI LA VERITÀ È VENUTA fuori ma ormai gli insulti erano già tracimati. Per dare un’idea, basta sfogliare il profilo facebook di Salvini. Venerdì invocava i lavori forzati e il taser, alle 14 ha ripostato il commento di un ragazzo che, non chiamandolo in causa, si chiedeva se la colluttazione non fosse nata da un tentativo di difesa. Il leader leghista aggiunge: «Che pena, non ho parole per questo tizio». In un giorno 44.450 like e 39.973 commenti tipo «A morte, stessa moneta legge del taglione ci vorrebbe».
È LA GOGNA UTILIZZATA come sistema. Ieri ha continuato a battere sul tema invasione stranieri con post e video: «Passante aggredito da immigrati a Reggio Emilia “pensavo di morire”» (11.057 like in 3 ore). Nel pomeriggio altro post contro un’insegnante che ha offeso la memoria di Rega («uno di meno»). Salvini mette la foto della donna con nome e cognome e aggiunge: «Un commento vergognoso, vomitevole, ancora più grave perché viene da un’insegnante. Che in un primo momento ha negato, poi, di fronte all’evidenza, si è scusata». In 50 minuti 8.578 like e 5.665 commenti. Salvini però non ha detto nulla dei commenti leghisti. Ieri ha tirato fuori un nuovo spunto: «Sperando che l’assassino non esca più di galera, ricordo ai buonisti che negli Stati Uniti chi uccide rischia la pena di morte. Non dico di arrivare a tanto, ma al carcere a vita (lavorando ovviamente)!»
L’ALTRO VICEPREMIER, Luigi Di Maio, venerdì invocava il rimpatrio degli irregolari, autori del delitto. Ieri ha tirato il freno a mano: «Non so di chi sia la colpa, non sono io a doverlo stabilire». Poi ha aggiunto: «Chi conosce città come Roma sa benissimo che ci sono condizioni precarie di sicurezza con spaccio e violenza». Colpendo così l’alleato Salvini ma anche la sindaca Raggi. L’ex parlamentare di Fi Fabrizio Cicchitto ha invitato a dire basta al «complesso Placanica» (il carabiniere responsabile della morte di Carlo Giuliani al G8). Mara Carfagna ha chiesto di girare i fondi del reddito di cittadinanza alle forze dell’ordine, meno welfare più polizia. Meloni è passata senza soluzione di continuità dall’attaccare i magrebini a dare della «carogna» allo statunitense, nessuna spiegazione nel mezzo anche perché ieri l’oggetto degli attacchi era l’insegnante di Novara, su cui subito è calata la minaccia del licenziamento.
IL PD SI È ACCORTO con un giorno di ritardo delle strumentalizzazioni e ieri ha replicato con il segretario Nicola Zingaretti: «Salvini, invece di lucrare sulla cronaca nera da ministro dell’Interno, garantisca sicurezza nelle nostre città. I suoi decreti non servono a niente. Le forze dell’ordine aspettano il rinnovo del contratto da oltre 200 giorni». E la vicesegretaria Paola De Micheli: «La solita centrale d’odio sui social si è messa in moto aizzata dai politicanti della destra estrema come Salvini e Meloni. Si sono lanciati nel solito teatrino processando sui social i presunti autori, nordafricani, senza uno straccio di prova. È tempo che si intervenga per impedire queste barbarie e la gogna sul web».
CASO A PARTE PER Matteo Renzi. Venerdì la deputata di FdI Maria Teresa Baldini aveva dato la colpa dell’omicidio, via invasione dei migranti, al politico «che abita sui colli fiorentini». I renziani hanno attivato una petizione per chiederne le dimissioni e lo stesso Renzi ha commentato: «Il clima di odio che stanno creando è infame. Le persone perbene devono chiedere le dimissioni degli sciacalli».
* Fonte: Adriana Pollice, IL MANIFESTO
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