by Carlo Lania * | 19 Luglio 2019 9:46
Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire. A Helsinki Matteo Salvini era arrivato mercoledì sera per il vertice dei ministri degli Interni dell’Ue forte di una proposta comune messa a punto con Malta per la gestione degli sbarchi e per fermare le navi delle ong che salvano i migranti nel Mediterraneo. «Vado a difendere i confini dell’Italia», aveva annunciato il ministro al momento della partenza. Toni decisamente diversi da quelli sentiti ieri quando, al termine di una serie di incontri bilaterali, il leghista ha dovuto prendere atto che al documento presentato con il collega maltese Michael Farrugia se ne contrapponeva un altro preparato da Francia e Germania nel quale si continua a spingere sul principio del «porto sicuro più vicino» dove far approdare i migranti, lasciando così la responsabilità della loro gestione ai Paesi del Mediterraneo. Posizioni talmente distanti da rendere impossibile anche solo pensare di poter arrivare a una dichiarazione comune dei 28 su una delle questioni più calde del vertice finlandese. «Non voterò mai un documento che dica che tutti arrivano a casa mia», afferma il leghista alla fine della giornata. Malta, Italia, Francia e Germania torneranno a confrontarsi in un vertice a quattro convocato per settembre alla Valletta, ma intanto il ministro francese Christophe Castaner ha proposto di proseguire la discussione lunedì a Parigi con i colleghi degli Esteri e degli Interni di almeno 15 Paesi. «Se Malta e Italia, che sono i Paesi direttamente interessati dallo sbarco, pensano che questo accordo sia opportuno, in quel momento penso che avremo un successo», ha detto Castaner.
Per quanto informale, l’attenzione intorno al vertice dei ministri degli Interni che si conclude oggi in Finlandia era molto alta. La politica dei porti chiusi decisa dal governo gialloverde ha reso sempre più urgente trovare una situazione alla questione degli sbarchi e il fatto che neanche questa volta si sia riusciti a raggiungere un accordo non fa che confermare le divisioni esistenti tra i 28. «Le posizioni politiche dei Paesi sono legittime, ma quello che mi interessa è evitare che gli uomini e le donne muoiano in fondo al mare», ha chiarito Castaner riaffermando la necessità – sostenuta anche dalla neo presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen – di soccorrere i barconi in fuga dalla Libia.
* Fonte: Carlo Lania, IL MANIFESTO[1]
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