by Francesco Bilotta * | 15 Maggio 2019 9:00
Nei giudici americani si è fatta strada la convinzione che gli erbicidi a base di glifosato sono tossici e favoriscono l’insorgenza di tumori. E si assiste a una nuova sconfitta nelle aule giudiziarie per la Bayer-Monsanto. E questa volta la sentenza è particolarmente pesante.
Una giuria di Oakland, in California, ha condannato la multinazionale a risarcire 2,05 miliardi di dollari ai coniugi Pilliod, entrambi ultrasettantenni, che hanno usato per 30 anni l’erbicida Roundup nella loro proprietà nelle vicinanze di San Francisco.
Si tratta di una delle più alte cifre mai stabilite da un tribunale per risarcire danni causati da prodotti chimici ritenuti nocivi alla salute. La coppia aveva chiesto 55 milioni di dollari di risarcimento, oltre a un miliardo di dollari di ulteriori danni. La giuria è andata al di là delle loro richieste, riconoscendo che l’erbicida a base di glifosato è stato un «fattore significativo» nell’insorgenza di un linfoma non Hodgkin che ha colpito i due coniugi.
La società avrebbe mostrato negligenza per non aver avvertito in modo adeguato dei rischi connessi all’uso dell’erbicida. Bayer ha definito «eccessiva e ingiustificata» la decisione della giuria, facendo riferimento alle recenti conclusioni dell’Agenzia per la protezione ambientale americana in cui si afferma che «non esistono rischi per la salute con l’uso del glifosato».
Gli agricoltori americani distribuiscono ogni anno sui loro terreni 150 mila tonnellate di erbicidi e questo avviene da oltre 40 anni, con gravi conseguenze per esseri umani ed ecosistemi. In due precedenti processi, una corte di Stato e una corte federale, avevano condannato la multinazionale a risarcire con 78 e 80 milioni di dollari due agricoltori che si erano ammalati dopo aver usato per anni il Roundup.
Le sentenze fanno leva sulle conclusioni a cui è giunta l’Agenzia per la ricerca sul cancro (Iarc) che nel 2015 ha dichiarato che il glifosato è «probabilmente cancerogeno». Anche in Francia, nel mese scorso, la Corte di appello di Lione ha condannato Bayer-Monsanto a risarcire un agricoltore per i danni neurologici causati dall’uso prolungato di pesticidi prodotti dall’azienda.
Le sentenze che confermano la causalità tra l’uso del glifosato e l’insorgenza di tumori, stanno gettando nel panico la Bayer, per i rischi che corre sul piano finanziario. Sono 13.400 le cause in corso e questa raffica di contenziosi spaventa gli azionisti e preoccupa gli investitori. La società tedesca ha sborsato 63 miliardi di dollari per acquisire la Monsanto, ma il titolo ha perso dopo l’acquisizione il 40%, bruciando 30 miliardi di dollari di capitalizzazione.
Ieri il titolo perdeva in apertura il 6%, per poi chiudere con una perdita più contenuta. È in atto una vera e propria rivolta da parte degli azionisti contro i vertici della società. Viene messa in discussione l’operazione Monsanto e si teme una spirale di risarcimenti miliardari che affosserebbero la società. Nell’assemblea annuale di fine aprile, il 55% dei soci non ha approvato le scelte che sono state operate nel corso dell’ultimo anno.
I pesticidi rappresentano il 45% del fatturato della Bayer e il giro d’affari dell’erbicida della Monsanto è pari a 5 miliardi di dollari, il 20% dell’intero mercato mondiale dei diserbanti.
All’interno della multinazionale sono in molti a premere per arrivare a un patteggiamento globale e chiudere tutte le vertenze in corso. Si tratterebbe, in ogni caso, di far fronte a risarcimenti dell’ordine di centinaia di miliardi di dollari. Intorno al glifosato si sta svolgendo una battaglia campale, con grandi schieramenti di forze e portatori di interessi miliardari.
La messa al bando del glifosato non sarà una operazione semplice. La coalizione StopGlifosato rinnova più che mai la richiesta di sospendere la licenza per l’impiego dell’erbicida, dopo che nel 2017 la Commissione europea ne ha prorogato l’uso per altri 5 anni.
* Fonte: IL MANIFESTO[1]
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