Portogallo. Il premier Costa non delude, forze di governo oltre il 50%
LISBONA. È una Lisbona sonnacchiosa quella della giornata elettorale, sarà il gran caldo dopo una primavera piovosa e l’oceano lì, a pochi chilometri. Sabato notte sì che c’era movimento, grande festa per la vittoria della Taça de Portugal dello Sporting ma ieri le strade erano deserte. A mezzogiorno poche persone in giro, quelle che uscivano dalla messa, e un po’ di traffico la sera, al rientro dalle spiagge, ma insomma tutto calmo e astensione stabile superiore al 70%.
Dopotutto spunti che favorissero una mobilitazione massiccia non è che ce ne siano stati moltissimi. Lo sfondamento in Portogallo del sistema politico dell’estrema destra xenofoba per il momento non c’è stato, privando questa consultazione di quello che, a livello continentale, è stato il tema principale: un referendum sull’immigrazione.
IL DISINTERESSE È ALTO, ma, paradossalmente, non tutto il male viene per nuocere, perché forse è stato proprio grazie a questa disaffezione che le forze populiste non sono riuscite a fare breccia in un’opinione pubblica a larghi tratti non dissimile da quella degli altri paesi europei.
Quindi quello che resta è un sondaggio sulla tenuta del governo e delle formazioni su cui si basa l’attuale maggioranza parlamentare in vista delle elezioni per il rinnovo dell’Assembleia da República del prossimo ottobre. Com’era prevedibile a trarre i maggiori vantaggi dalla coalizione è stato il Partido Socialista del premier António Costa che, con il 35% dei voti e 8 deputati eletti – supera il 31% delle precedenti europee. Meno bene, e anche qui non ci sono sorprese, il Partido Comunista Português (Pcp –Gue/Ngl), al 5,5%, due deputati eletti (alle europee 2014 aveva preso il 12%). Buona affermazione per il Bloco de Esquerda (Be – Gue/Ngl) che ottiene l’8%, aveva ottenuto il 10% alle legislative del 2015, e due deputati, risultato che tuttavia segna una consistente crescita rispetto alle scorse europee, dove si era fermata al 4%. Due deputati e il 3,73%, vanno al Pan, Pessoas-Animais-Natureza, affiliato al gruppo dei verdi.
LE DESTRE CONSERVATRICI faticano – il Partido Social Democrata (Psd) si ferma al 25% (6 deputati) e il Centro Democrático Social – Partido Popular (Cds/Pp) subisce un sostanziale tracollo: fermo al 6% e un deputato eletto. Psd e Cds/Pp – entrambi affiliati al gruppo dei popolari – alle scorse europee, alleate, avevano ottenuto il 27%, quindi comparativamente ora sono cresciuti (32%). Tuttavia alle politiche del 2015 avevano ottenuto il 39% avvicinandosi di un soffio alla vittoria.
Riassumendo: se oggi si fosse votato per il rinnovo del Parlamento i socialisti non avrebbero conquistato la maggioranza assoluta dei seggi. Insieme però le forze della cosiddetta Geringonça (Ps, Be e Pcp), come viene informalmente chiamato l’esecutivo Costa, hanno superato la soglia del 50%, ipotecando – sempre si decida di continuare su questa strada – un ulteriore quadriennio alla guida del paese.
Insomma, pur tra molte incognite, il risultato di questa tornata elettorale è più positivo che negativo, soprattutto se si tiene in considerazione quanto è successo, ad esempio, in Belgio o in Francia. Molte restano le domande lasciate da questa tornata: cosa succederà a destra? Cosa farà il Pcp per contrastare l’emorragia di voti?
* Fonte: Goffredo Adinolfi, IL MANIFESTO
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