Il Consiglio d’Europa: «Sotto attacco in Ungheria i diritti di donne e richiedenti asilo»

by il manifesto | 22 Maggio 2019 10:51

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La denuncia del Consiglio d’Europa.  La commissaria ha preso anche in esame gli incentivi decisi da Budapest per incrementare le nascite nel Paese che spingerebbero a relegare le donne in un ambito esclusivamente casalingo

Non solo i rifugiati, da sempre nel mirino delle politiche restrittive del governo di Budapest, ma anche le donne, che vedono i propri diritti finire sempre più spesso sotto attacco. Sono i loro i soggetti più a rischio nell’Ungheria di Viktor Orbán secondo un rapporto presentato ieri al Consiglio d’Europa. «Ritengo che i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere stiano perdendo terreno», ha denunciato Dunja Mijatovic, commissaria dei diritti umani che al termine di un visita nel Paese compiuta dal 4 all’8 febbraio scorsi.

Il rapporto della Mijatovic scandaglia a 360 gradi le politiche del governo magiaro su migranti, ong e donne. Per quanto riguarda queste ultime, la commissaria ha preso in esame gli incentivi decisi da Budapest per incrementare le nascite nel Paese che spingerebbero a relegare le donne in un ambito esclusivamente casalingo. «La politica del governo – scrive Mijatovic – collega la questione femminile a quelle familiari e le autorità hanno cessato di attuare una specifica strategia per l’uguaglianza di genere». I risultati sono che la presenza delle donne in politica è «straordinariamente bassa», e sebbene il governo cerchi di innalzare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, al centro del nuovo piano sulla famiglia ci sono le madre con numerosi figli. «Questo rischia di rinforzare gli stereotipi di genere molto presenti nel discorso pubblico – avverte ancora Mijatovic – e di strumentalizzare le donne come mezzo per attuare la politica demografica e migratoria del governo». La commissaria non manca di annotare anche i casi di violenza contro le donne commessi in Ungheria: il 28% delle donne con un’età pari o superiore ai 15 anni ha subito violenze fisiche o sessuali e il 42% molestie sessuali.

Più note le difficoltà che vivono i rifugiati e le ong che li aiutano. I richiedenti asilo sono detenuti in due zone di transitano situate ai confini con la Serbia dove, secondo il rapporto del Consiglio d’Europa, non è raro che vengano privati del cibo e siano vittime «di un uso eccessivo della violenza da parte della polizia» durante la loro rimozione forzata. Il rapporto sottolinea infine come la recente legislazione abbia imposto vincoli alla società civile, stigmatizzando e criminalizzando il lavoro delle ong.

* Fonte: IL MANIFESTO[1]

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