Appalti. Sblocca cantieri, in piazza la protesta contro la legge della giungla
Lo «sblocca porcate», così è stato efficacemente ribattezzato il decreto legge «sblocca cantieri» da Alessandro Genovesi (Fillea Cgil), è il provvedimento sul quale i Cinque Stelle travolti dalle elezioni europee si sono ritrovati ieri uniti con la Lega vincitrice. L’accordo su un provvedimento che liberalizza i subappalti, scatena le gare al massimo ribasso, attribuisce i super-poteri ai commissari straordinari , danneggia i diritti dei lavoratori e la loro sicurezza nei cantieri, limita i poteri dell’anticorruzione dell’Anac è stato rafforzato simbolicamente da una foto che ritrae i capigruppo al Senato Romeo (Lega) e Patuanelli (M5S) abbracciati «per testimoniare il clima sereno che c’è nel governo».
SERENI NON SONO affatto i sindacati Cgil, Cisl e Uil che ieri hanno continuato la protesta contro un provvedimento liberticida in piazza Montecitorio a Roma. Per l’occasione lo speakers’ corner dove in questi tempi confluiscono le proteste contro i governi ieri è stato trasformato in una giungla piena di animali di peluche, mentre sui fantasiosi cartelli che elencavano i punti dello scandalo e le proposte dei sindacati per rimediare a questo «scempio» legislativo spuntava il disegno di un Tarzan stilizzato che si lancia da una liana all’altra per evitare le insidie della giungla gialloverde. Tra caschetti rossi e blu, bandiere e fischietti martellanti c’erano slogan come «No alla legge della giungla». Per «giungla» s’intende un disordinato e pericoloso modello di laissez-faire e liberismo edilizio redivivo dai tempi di Berlusconi con la legge obiettivo Lunardi. «Questo decreto non agisce sulla politica industriale, ma rovinerà la vita dei lavoratori nei pochi cantieri che saranno aperti, si risparmia su salari, sicurezza e formazione. Il massimo ribasso significa che non sapremo chi coordina cosa. Si sta dando il messaggio che si può tornare come 20 anni fa: alla corruzione e alla liberalizzazione dei subappalti» ha commentato Genovesi (Fillea Cgil). «Fermino questo scempio – ha aggiunto il segretario confederale Cgil Giuseppe Massafra – Lo sblocca cantieri non sblocca niente, né favorisce l’occupazione, riduce la sicurezza del lavoro».
IL DECRETO al quale il governo Lega-Cinque Stelle ha legato le speranze di aumentare una «crescita» microscopica in cambio di concorrenza sleale e meno trasparenza ha destato le preoccupazioni delle associazioni antimafia, ecologiste e sociali. da Legambiente a Libera, Acli e Arci, Gruppo Abele e Avviso pubblico, Kyoto Club, Sos Impresa e centro Pio Latorre. Per il Wwf «non è in discussione il sostegno alle piccole e medie opere utili a favorire l’occupazione e il benessere delle popolazioni, ma l’apertura di cantieri senza garanzie per i lavoratori e i cittadini, oltre che la costruzione di inutili cattedrali nel deserto dall’elevato impatto». è un decreto sblocca tangenti» ha commentato il Gruppo Abele. «Stiamo costruendo un’autostrada all’illegalità» ha commentato il Presidente dell’Autorità anticorruzione Anac, Raffaele Cantone, intervenuto più volte nelle ultime settimane per sottolineare il fatto di non essere ascoltato nelle audizioni. È uno dei tanti paradossi di un governo terremotato in cui ci sono partiti che sostengono di avere fatto della lotta per la «legalità» una bandiera. A parole. Nei fatti si vuole andare invece veloci verso atti che rischiano di produrre conseguenze opposte. «Siamo al rush finale» ha detto ieri il redivivo Giuseppe Conte, a seguito di una riunione con il ministro delle Infrastrutture Toninelli (M5S) che ha definito «molto operativa». «Non accelera un bel niente» ha risposto dalla piazza dei sindacati il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio. «Va profondamente modificato» ha aggiunto Rossella Muroni (LeU). Per Pierluigi Bersani (LeU) «bisogna togliere occasioni di corruzioni, non aggiungerle». Nel guazzabuglio delle norme va segnalata anche la trasformazione dell’emendamento della Lega sul commissariamento delle opere prioritarie, tra cui la Tav, in un ordine del giorno che impegnerà il governo a commissariare le grandi opere escludendo le tratte transfrontaliere.
COME UN FUNGO dallo sblocca cantieri ieri è spuntato anche un emendamento bipartisan, votato da Lega, M5S, Pd e Forza Italia, sulla videosorveglianza negli asili e nelle case di cura. Salvini, e i leghisti di complemento, l’hanno presentata come una «promessa mantenuta» per difendere «bimbi, anziani e disabili». Più che altro è l’esito di campagna criminalizzanti a seguito di discussi, e discutibili, casi di cronaca degli ultimi mesi, diventati occasione di produzioni di leggi emergenziali e potenzialmente punitive. I 160 milioni di euro stanziati per i prossimi cinque anni avrebbero potuto essere investiti nella formazione e nell’assunzione di docenti e assistenti. Questa svolta da società dei controlli «criminalizza i lavoratori – sostiene la Funzione Pubblica Cgil – Si continua sulla strada della pura demagogia e si declinano i servizi pubblici in una chiave securitaria. Una misura di becera propaganda».
* Fonte: Roberto Ciccarelli, IL MANIFESTO
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