L’ANPI: «In corteo a Verona perché sono uomini oscurantisti contro i valori della costituzione»
Carla Nespolo sabato non sarà a Verona al corteo contro il congresso mondiale sulla famiglia. «Ci sarà l’Anpi con i pullman già pieni di compagni. Io sarò in Slovenia per una iniziativa internazionale con i partigiani di Slovenia, Croazia e quelli di Carinzia di lingua slovena insieme ai quali pianteremo l’albero della fratellanza e lanceremo la mobilitazione europea contro fascismi, razzismi e sovranismi. Eventi diversi ma uniti dalla voglia di unità e di pace».
Presidente Nespolo, l’Anpi sarà a Verona. Perchè?
Sosteniamo la mobilitazione contro questo vergognoso congresso che fa violenza contro i diritti civili a cui parteciperanno incredibilmente ben tre ministri – famiglia, pubblica istruzione, interno – del governo. È un’iniziativa oscurantista e maschilista che va contro i valori fondativi della nostra organizzazione: per questo saremo in corteo assieme a tantissime donne di tutte le età e moltissime associazioni.
Da donna che ha vissuto, seppur bambina, in una famiglia partigiana avrebbe mai immaginato che nel 2019 si potesse tenere in Italia un congresso che propone un modello maschilista della società?
Veramente impensabile. Un congresso che vuole imporre un credo anacronistico e autoritario, che vuole combattere aborto, divorzio e parità sessuale è proprio contro la storia del nostro paese e la costituzione nata dalla resistenza basata sulla difesa dei diritti individuali e delle donne in particolare.
La lotta partigiana fu anche una grande pagina di emancipazione femminile: le staffette furono protagoniste. Ora il governo punta a riportare le donne a fare solo figli.
Se le donne poterono votare per la prima volta nel 1946 lo dovettero al protagonismo femminile nella lotta di liberazione: le partigiane, le staffette, le infermiere mostrarono le loro straordinarie capacità. Il problema in seguito fu l’applicazione dei principi costituzionali su cui ci furono dei ritardi tanto che siamo ancora lontani da una effettiva parità. Ma questi signori che si riuniscono a Verona ci vogliono far fare un grandissimo passo indietro tornando alla società maschilista. Bisogna contrastare questo oscurantismo che è ridicolo se non fosse tragico.
Lei invece sabato sarà ad un appuntamento altrettanto importante. A Sežana, in Slovenia, per «Fratelli senza confini: italiani, sloveni, croati uniti contro nazionalismi, neofascismi e razzismi». Un’iniziativa che è solo al secondo appuntamento.
Sì, a dicembre abbiamo riunito le associazioni partigiane di questi tre paesi nel Forum europeo. Sabato a pochi chilometri da Trieste terremo questa manifestazione davanti al monumento delle vittime del fascismo e pianteremo l’albero della fratellanza. Ma andremo avanti con l’idea di unire i popoli contro le barriere e i nazionalismi montanti. Il 4 maggio saremo a Budapest città da cui lanceremo un appello in vista delle elezioni europee per non votare chi è fascista, razzista e sovranista. Vogliamo lanciare un’idea di Europa solidale prendendo spunto dal manifesto di Ventotene di Spinelli e Colorni, coevo alla guerra di liberazione.
Il luogo scelto – il confine italo-sloveno – evoca subito il ricordo delle foibe. Vi aspettate polemiche da parte di chi le utilizza per rilanciare messaggi nazionalisti e revisionisti?
Non ci interessa rispondere a polemiche con polemiche e per questo ci siamo tenuti lontani dalle date della commemorazione delle foibe. Noi vogliamo guardare avanti e non indietro. Le guerre che hanno dilaniato l’Europa sono figlie dell’ideologia nazi-fascista. Noi vogliamo ribadire il valore dell’unità. Nessuno nega l’orrore delle foibe, ma quel dramma va inquadrato nel contesto dell’aggressione fascista alla Jugoslavia con 4 milioni di morti e delle migliaia di partigiani sloveni e croati che combatterono in Italia nella resistenza. Non abbiamo bisogno di presidenti del parlamento europeo (Antonio Tajani, ndr) che strizzano l’occhio al fascismo. La volontà dei popoli vince quando rispetta i diritti individuali. E questo sabato varrà sia a Verona che a Sežana.
* Fonte: Massimo Franchi, IL MANIFESTO
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