«Già nel dicembre del 2018 sul nostro giornale Vernovo Kazacestvo avevamo documentato tutto in modo dettagliato» aggiunge Aleksey Selivanov rappresentate ufficiale dei 10mila cosacchi in Australia. Ma le autorità australiane, quando Bennet e Tilling sono rientrati sul territorio nazionale, non hanno ritenuto aprire un’inchiesta nei loro confronti. Ethan Tilling, contattato ieri da Govorit Moskva sostiene di non aver avuto particolari rapporti con Tarrant: «In Ucraina ci sono andato per conto mio e comunque non sono i miei metodi di lotta. Tarrant era un lupo solitario».
Ma ciò che i due oriundi russi rivelano in relazione allo stesso Brendan Tarrent è ancora più inquietante. Nel suo manifesto razzista circolato in rete subito dopo il massacro, Tarrant ha fatto riferimento alle sue peregrinazioni in Europa e in particolare in Polonia e in Ucraina. Ma mentre in Polonia può avere avuto accesso grazie a un “visto Shengen”, per l’Ucraina deve aver ricevuto un visto presso l’ambasciata ucraina. La diplomazia ucraina poteva sicuramente non conoscere gli orientamenti “filosofici” di Tarrant, ma Selivanov nutre dei dubbi. Secondo Selivanov una volta sul territorio ucraino Tarrent avrebbe raggiunto i camerati impegnati nel Donbass, dove sarebbe restato per una settimana per un “corso di formazione”. Circostanza negata dal comandante della Legione Georgiana nel Donbass Mamuk Mamulashvili: «Nelle nostre fila abbiamo avuto un solo australiano per un certo periodo di tempo e non si trattava della persona di cui si parla» ha dichiarato a Ren Tv.
Tuttavia le smentite non fanno che confermare i legami tra i neonazisti australiani con le formazioni di estrema destra ucraine impegnate sul teatro di guerra slavo. E non dissipano le perplessità e i dubbi. Secondo Boykov in uno degli ultimi messaggi Tarrant avrebbe confessato ai suoi amici: «Vorrei fare un safari in Ucraina». A che tipo di “safari” pensasse è diventato purtroppo noto due giorni fa.
* Fonte: Yurii Colombo, IL MANIFESTO
photo: Noah Brooks [CC BY-SA 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)]