Decreto reddito-quota 100: le associazioni denunciano la «bufala sulla disabilità»

Decreto reddito-quota 100: le associazioni denunciano la «bufala sulla disabilità»

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Ed è scontro tra Camusso (Cgil) e il movimento cinque stelle sul “reddito di cittadinanza”

Il giorno dopo la presentazione celebrativa del «decreto reddito-quota 100», la federazione italiana per il suoperamento dell’handicap (Fish) e l’associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic) hanno denunciato la «bufala sulla disabilità» del governo Lega-Cinque Stelle. Gli emendamenti presentati dalla Fish non sono stati accolti e non c’è nessun aumento delle pensioni di invalidità. Ovvero, le condizioni imposte da Salvini a Di Maio per approvare il decreto in consiglio dei ministri. E, nelle stesse ore, dopo un incontro con il presidente del consiglio Conte, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil (Camusso, Furlan e Barbagallo) hanno confermato che la manifestazione indetta a Roma il prossimo nove febbraio contro la legge di bilancio e il blocco della rivalutazione delle pensioni si terrà. Una decisione presa nelle stesse ore in cui Bankitalia ha prospettato l’arrivo di una recessione «tecnica» in Italia.

Partiamo dalla denuncia delle associazioni. Secondo la Fish, il «decretone» arriverà a penalizzare i nuclei dove sono presenti persone con disabilità, titolari di pensione di invalidità civile perché «sono considerate alla stregua di un reddito le stesse pensioni di invalidità, criterio che avevamo chiesto di eliminare – sostiene il presidente Vincenzo Farabella – Inoltre nessun coefficiente aggiuntivo considera la presenza di una persona disabile nel nucleo». È ritenuto insufficiente l’innalzamento da seimila a 20 mila euro del limite reddituale familiare nel caso di presenza di un disabile nel nucleo beneficiario di un «reddito». Contestati anche i numeri: per Di Maio sarebbero 250 mila, per la Fish sarebbero di più rispetto alla platea potenziale di 1,7 milioni di famiglie. «La disabilità è una delle cause di impoverimento». E l’importo del «reddito» sarà più basso per i nuclei in cui c’è «un componente disabile, un titolare di pensione sociale, un giovane con una borsa lavoro». Nazaro Pagano, presidente dell’Anmic, raccoglie l’invito alla mobilitazione contro il governo ed esprime «delusione e sconcerto: le pensioni di invalidità sono ancora ferme a 285 euro al mese». Secondo l’Anmic la presenza di due soggetti beneficiari di questo trattamento economico comporta l’esclusione della famiglia dal «reddito». La richiesta di cambiare la norma è stata ignorata dal governo, insieme ad altre. «Siamo pronti anche a organizzare una mobilitazione nelle piazze qualora le persone con disabilità fossero ancora ignorate». A questo punto ci si chiede su cosa, di preciso, Di Maio e Salvini abbiano trovato un accordo nei «venti minuti» del consiglio dei ministri che avrebbe cambiato il Welfare in Italia.

In questa cornice va registrato lo scontro, durissimo, tra la segretaria della Cgil Camusso e il sottosegretario al lavoro Claudio Cominardi (Cinque Stelle) sul cosiddetto «reddito di cittadinanza». «Per ora non abbiamo neanche i testi ufficiali, solo le slide – ha detto Camusso – Questo reddito è un marchingegno complicatissimo che non include marginalità e povertà. Si vuole inoltre usare una misura assistenziale per determinare modelli di comportamento delle persone. Non è un modo per affrontare il tema della libertà e della diversità. Ho trovato di gigantesco cattivo gusto la slide sulle norme antidivano: si alimenta un pregiudizio contro le persone. È insopportabile». La critica è alla legge di bilancio in generale: «Non c’è una risposta sul tema degli investimenti e sulla creazione di lavoro. Se poi lo unisco alle clausole di salvaguardia, le prospettive del paese sono al minimo della sussistenza, alla logica del pane e acqua rispetto alle risposte necessarie». «Da Camusso solo insulti – ha replicato Cominardi – Di insopportabili qui c’è solo il suo atteggiamento. Invece di apprezzare il provvedimento, il primo dopo un decennio, che combatte la povertà, apre una polemica sul titolo di una slide. Eppure credevo che il sindacato facesse gli interessi di lavoratori e dei più deboli».

* Fonte: Roberto Ciccarelli, IL MANIFESTO



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