by Guido Caldiron * | 23 Dicembre 2018 9:34
Un automobilista di 36 anni è morto in un incidente stradale nei pressi di un blocco stradale a Perpignan. Intanto, nei sondaggi per le europee, cresce l’estrema destra e perde il partito di Macron
Giunti al sesto sabato consecutivo di mobilitazione, i gilet gialli continuano la loro protesta, anche se i numeri si riducono. A tre giorni da Natale, ieri meno di 25mila persone hanno dato vita a blocchi stradali e a piccoli cortei in diverse località.
A PARIGI, dove era stato lanciato in un primo momento via social un appuntamento di fronte al castello di Versailles, circa 2000 persone hanno finito per radunarsi invece in pieno centro, dapprima intorno a Montmartre per poi sfilare ancora una volta lungo i Champs-Elysées, già scenario di manifestazioni e incidenti. Anche ieri, le forze dell’ordine hanno disperso alla fine della giornata i più irriducibili tra i gilet ma senza che si verificassero le violenze e i saccheggi delle scorse settimane; in precedenza era stato fermato per «manifestazione non autorizzata» uno dei leader del movimento, Eric Drouet, 33 anni, camionista della zona di Melun.
L’ENNESIMO GIORNO di protesta ha fatto registrare però anche una nuova vittima, la decima, sebbene indiretta, della protesta: un automobilista di 36 anni è morto in un incidente stradale nei pressi di un blocco dei gilet gialli ad un casello autostradale di Perpignan, nel sud-ovest del paese.
Sul piano politico, mentre l’esecutivo attende che il movimento si affievolisca poco a poco, alcuni sondaggi segnalano però che il 64% dei francesi continua a sostenerne le rivendicazioni. Si segnala inoltre come, in vista delle europee, una lista ispirata ai gilet gialli raccoglie fino all’8% delle intenzioni di voto.
TRA I MAGGIORI PARTITI, la mobilitazione di queste settimane sembra favorire solo l’estrema destra del Rassemblement national di Marine Le Pen che arriva al 24% (+3 rispetto a settembre), mentre perdono consensi sia la formazione fondata da Macron, Lrem, che si ferma al 19%, (-2,5), La France insoumise, all’11,5% (-1) e Les Républicains che perdono ben 6 punti, fermandosi all’8%.
* Fonte: Guido Caldiron, IL MANIFESTO[1]
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