Una valanga viola invade Parigi per i diritti delle donne
PARIGI. Non solo giallo, ieri a Parigi, ma una valanga di viola nelle strade della capitale. C’erano migliaia di persone, un lungo corteo dall’Opéra a place de la République, per la “marcia” contro le violenze sessiste e sessuali, un anno dopo il #Metoo. È stata una giornata «storica», dicono le organizzatrici. Manifestazioni hanno avuto lungo in una cinquantina di città francesi, 80mila le persone scese in piazza per la vigilia della giornata mondiale che l’Onu dedica alla lotta alle violenze contro le donne.
Mai a Parigi si era vista una partecipazione così elevata, 30mila (12mila per la polizia), anche se ieri la marcia ha dovuto fare i conti con la concorrenza dei gilet gialli, che hanno attirato tutti i commenti di giornalisti e politici, anche a causa delle ore di scontri sugli Champs Elysées.
La manifestazione di #Noustoutes, coordinamento nato lo scorso settembre, era stata prevista da tempo. La marcia, che era stata dichiarata in Prefettura, ha però dovuto cambiare punto di partenza a causa dei gilet gialli, che erano presenti non lontano, anche se place de la Concorde era stata loro negata dalle autorità a causa della vicinanza alla Senna (che faceva temere incidenti, e anche perché l’Eliseo non è lontano). A Montpellier ci sono stati anche momenti di convergenza con i gilet gialli, che hanno fatto un’ala d’onore al corteo femminista.
Nel pomeriggio, dalle 14.30, Parigi è stata attraversata da un lungo corteo, due ore di marcia, con il colore viola dominante. In testa uno striscione: «Vogliamo essere libere senza paure e in vita – agitazione femminista permanente». C’era l’allegria e la creatività tipica dei cortei parigini: «Moins de patriarcat, plus de chocolat» diceva un cartello. Anche questa manifestazione non è stata esente da polemiche. Alcuni non hanno gradito che nel corteo ci fosse uno «spazio non misto» (senza uomini), ma da #Noustoutes hanno spiegato che era opportuno per convincere delle donne a partecipare, per poter superare la paura.
I dati fanno paura: in Francia, secondo le cifre più recenti, ci sono ogni anno 220mila donne vittime di violenze. Ogni giorno ci sono 250 stupri, nel 2016, le donne morte sotto i colpi del loro congiunto sono state 123, una ogni tre giorni. La principale richiesta della marcia di ieri è la «fine dell’impunità degli aggressori». Grazie a #Metoo, le denunce sono aumentate in un anno del 23%. Le femministe chiedono il conto a Emmanuel Macron, che in campagna elettorale aveva promesso di fare della lotta alla violenza una «grande causa» nazionale. Ma i fondi per venire in aiuto delle donne vittime di violenze sono pochi, 79 milioni, mentre le organizzazioni femminili chiedono un consistente aumento, almeno a 500 milioni, per poter trovare luoghi di accoglienza non precari, per permettere di ricostruire la vita.
C’erano anche molti uomini alla marcia, ieri. L’appuntamento è stato preceduto nei giorni scorsi da varie petizioni a favore di un impegno chiaro contro le violenze. E anche per una vera parità, a cominciare dal salari, che in Francia, come altrove, restano inferiori per le donne a parità di competenze. C’è stato anche un Appello, firmato da 400 giornaliste, per sensibilizzare sul sessismo nelle redazioni.
* Fonte: Anna Maria Merlo, IL MANIFESTO
Related Articles
In grattacielo come in terra
Nel giorno del primo compleanno della giunta arancione, la città si riprende la strada per celebrare Macao. Assemblee, politica e musica giorno e notte Il primo sgombero dove gli sgomberati trionfano. Il ministro degli Interni manda le forze dell’ordine alla Torre Galfa su richiesta di Ligresti. I milanesi si riversano in strada a migliaia e il sindaco finalmente decide di metterci la faccia. Promette ma non convince Pisapia si riavvicina alla sua città e offre lo spazio dell’ex Ansaldo a «tutti i soggetti che creano cultura»
Il trentesimo migrante morto è un bambino di un anno
La pietà, come le lacrime che, pur nel dolore più grande, a un certo punto, inevitabilmente, si esauriscono. E piano piano si affonda nell’indifferenza, come se fosse sabbia mobile
Dappertutto, da Torino a Paola, da Roma a Lione
Azioni lampo per allentare la tensione e l’attenzione giornalistica sulla Val di Susa e dimostrare che il problema degli appalti delle infrastrutture (gonfiati ad arte per alimentare la mafia, lo dicono le procure italiane) sono una questione nazionale: nelle ultime 36 ore gli anti-Tav hanno agito in moltissime città italiane e anche oltralpe, con lo slogan lanciato due notti fa a Bussoleno «blocchiamo tutto dappertutto, alle 18».