by Mario Pierro * | 28 Ottobre 2018 9:17
Il governo lima il provvedimento sulle pensioni e nelle pieghe spunta una norma per il trasporto aereo che consente al personale di volo di andare in pensione di vecchiaia con sette anni di anticipo sulle regole generali, quindi a 60 anni. Pagano i passeggeri Roma
È tramontata l’ipotesi di bloccare, fino al 2023, l’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia dopo il passaggio, nel 2019, a 67 anni e si sta valutando l’aumento dell’età ogni due anni a seconda degli andamenti della speranza di vita. È quanto si legge nella bozza di «Pacchetto pensioni» del governo sulla pensione anticipata in cui si apprende che i lavoratori pubblici che maturano, entro il 2018, il diritto ad andare in pensione con quota 100 (con un minimo di 62 anni di età e 38 di contributi) potranno avere l’assegno a partire dal primo luglio 2019. Per i lavoratori privati è prevista una finestra «mobile» di tre mesi. Chi avrà maturato i requisiti entro dicembre 2018 uscirà il 1 aprile 2019 mentre chi li avrà maturati dopo avrà la pensione trascorsi tre mesi dalla maturazione dei requisiti. I requisiti anagrafici saranno adeguati agli incrementi alla speranza di vita dal 1 gennaio 2023. «È una buona notizia – ha commentato Cesare Damiano, dirigente del Partito democratico, candidato alle primarie del partito – La proposta di legge di Molinari e D’Uva, i capigruppo di Lega e 5 Stelle alla Camera, verrà definitivamente accantonata. Era una proposta di legge scritta male perché nel titolo si alludeva al ricalcolo retroattivo dei contributi, mentre il meccanismo era basato sul ricalcolo retroattivo dell’età. Una differenza perlomeno ingannevole. Un piccolo imbroglio forse dovuto all’inesperienza degli estensori».
I LAVORATORI DEL TRASPORTO aereo potranno andare in pensione di vecchiaia nel 2019 e il 2020 con un requisito ridotto di 7 anni rispetto a quella degli altri lavoratori. Fino ad oggi era possibile uscire con un requisito ridotto di 5 anni e con questa norma si riduce di altri due. Per finanziare questo maggiore costo della misura, sarà aumentata la tassa di imbarco per 3 euro. Un’altra novità riguarda l’opzione donna: uscita anticipata ma pensione ricalcolata con il metodo contributivo. Le donne dipendenti con almeno 58 anni e quelle autonome con almeno 59 purché abbiano almeno 35 anni di contributi. Si applica una finestra mobile di 12 mesi per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome.
* Fonte:
IL MANIFESTO[1]Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2018/10/legge-di-bilancio-non-si-cambia-sulle-pensioni-di-vecchiaia/
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