by il manifesto | 18 Ottobre 2018 10:12
Un ragazzo di 22 anni originario del Gambia si è tolto la vita lunedì dopo che si è visto respingere la richiesta di asilo. L’uomo, A. J., si è impiccato al cornicione della casa di Castellaneta Marina, in provincia di Taranto, dove viveva con dei connazionali. Si trovava da due anni in Italia e si sarebbe vergognato all’idea di dover tornare nel proprio Paese dove temeva di essere considerato un fallito.
A dare notizia della morte è stata ieri l’associazione «Babele» che sta organizzando una raccolta di fondi per rimandare la salma del giovane in Gambia. «Servono – circa 5mila euro per pagare l’agenzia funebre che si occupa dello spostamento», ha spiegato l’associazione. Il 22enne era stato prima in una struttura di accoglienza nel leccese e poi si era trasferito a Castellaneta Marina. Alcuni giorni fa gli era scaduto il permesso di soggiorno.
Proseguono intanto al Senato le audizioni sul decreto Sicurezza del ministro degli Interni Matteo Salvini. Critiche al provvedimento sono arrivate da sindaci, organizzazioni e funzionari dello Stato che si occupano di migranti. Se il testo dovesse essere approvato senza modifiche, hanno sostenuto, ci saranno più irregolari e centinaia di persone rischiano di finire in mano alla criminalità organizzata.
Dai magistrati sono invece arrivate critiche alla parte del decreto che riguarda la sicurezza. «Si rischia di vanificare lo spirito della legge 109/06 che prevede la restituzione del maltolto alla collettività e l’uso sociale dei beni» ha sottolineato il procuratore generale di Milano Roberto Alfonso, «preoccupato» dalla norma che stabilisce la possibilità di vendere gli immobili confiscati alla mafie ai privati miglior offerenti. «L’auspicio – ha aggiunto il capo della procura di Milano Francesco Greco – è che vengano stralciate e ripensate le norme in tema di confisca di beni alle mafie e non solo».
A preoccupare sono anche le nuove disposizioni previste all’articolo 17 del decreto e che introducono per le agenzie di noleggio auto l’obbligo di comunicare in tempo reale al Viminale i dati di chi noleggia. Norme che valgono anche per il car sharing. «Tutti controllati, tutti infilati in un bello schedario informatico», ha detto Riccardo Nencini, segretario del Psi, intervenendo durante in commissione Lavori pubblici al Senato. «Una norma liberticida come non se ne vedevano dai tempi di Benito».
* Fonte: IL MANIFESTO[1]
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