by Massimo Franchi * | 16 Settembre 2018 17:17
Nella moda lanciata dal governo Renzi e aumentata con la maggioranza giallo-verde di affibbiare slogan ai provvedimenti legislativi, la scelta della parola «concretezza» appariva fra i meno peggio. Analizzando il testo del disegno di legge approvato dal consiglio dei ministri di giovedì invece ci si convince che il nome più adatto sarebbe «terrore al lavoro». I due mentori del ddl sono il ministro (senza portafoglio) per la pubblica amministrazione Giulia Bongiorno e il ministro dell’Interno Matteo Salvini. A parte l’annuncio dello sblocco – invocato da anni dai sindacati – del turn over al 100 per cento nelle funzioni centrali della Pa ed enti di ricerca e l’intervento sui fondi del salario accessorio, i primi due articoli del testo sono tutti incentrati sui controlli dei lavoratori. Viene istituito un «Nucleo della concretezza» di 53 dirigenti scelti ad hoc che terrà «sopralluoghi e visite» negli uffici inviando «i verbali» al «prefetto» per il rispetto del «piano triennale delle azioni per l’efficienza della pa». L’articolo 2 invece nelle «misure per il contrasto dell’assenteismo» introduce «sistemi di identificazione biometrica e di videosorveglianza» estesi anche «al personale docente ed educativo» di scuole ed università.
Proprio quest’ultimo allargamento viene denunciato dalla Flc Cgil. Che parla di «aspetto “poliziesco” del piano» e bolla come «preoccupante l’interesse al controllo biometrico»: «simili interferenze sono lesive dell’autonomia organizzativa delle scuole oltre che funzionali ad una propaganda politica che istituisce un altro inutile e costoso organismo nella linea consueta contro i fannulloni, da controllare finanche facendo ricorso alle impronte digitali, una costante permeata da una rappresentazione demagogica insopportabile». «Il tema in discussione non è il contrasto all’assenteismo, ma la modalità. Il Dpcm che prevederà rilevazione biometrica e videosorveglianza sarà emanato su proposta del ministro sentita la Conferenza unificata e il Garante della privacy. E i lavoratori? Lo Statuto dei lavoratori è tutt’ora in vigore: inamissibile escluderli», commentano Serena Sorrentino (Fp Cgil) e Franco Martini (Cgil).
* Fonte:Massimo Franchi, IL MANIFESTO[1]
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