Per un giorno di lotta contro la barbarie
Avviso ai naviganti. In questi giorni sono arrivate alcune proposte sulla manifestazione. Per questo attiviamo subito un indirizzo di posta elettronica dedicato all’iniziativa: lettere@ilmanifesto.it specificando «Avviso ai naviganti», che raccoglierà adesioni, suggerimenti, consigli, idee da mettere a disposizione di chi si farà carico di organizzare una giornata di lotta contro la barbarie politica e sociale
Chi manipola la sofferenza sociale e se ne serve per rivolgerla contro l’anello più debole della catena, i migranti, fino a privarli per giorni dell’assistenza sanitaria, come è accaduto sulla nave Diciotti, è una persona incivile, è un politico pericoloso che va combattuto a fondo e a viso aperto. Per questo, per rispondere ad una ignominiosa viltà ho scritto e confermo che ci vorrebbe una grande manifestazione di popolo contro le paure, le violenze, le prepotenze, in nome dei diritti, del rispetto, del senso di umanità che non dobbiamo perdere.
Una bella, ampia, forte, condivisa mobilitazione non sarebbe sufficiente per liberarci da un ministro della paura e del bullismo (che se ne farebbe anche vanto).
Ma viviamo in un paese dove milioni di persone hanno ancora la forza di opporsi, di battersi per le proprie idee, e disposte a fare argine al dilagare di comportamenti che non avevamo ancora mai visto prima in modo tanto sfacciato e violento. Perché il razzismo che viene istillato tra gli italiani – del Nord e del Sud, del periferie sociali e della piccola e media borghesia – fa davvero paura. E bisogna fermarlo. (La Chiesa lo ha già capito, basta leggere i loro mezzi di informazione per verificarlo.
E non a caso la Cei, a conclusione della vicenda Diciotti, ha reso pubblico un comunicato per dire che sono intervenuti «perché la situazione dal punto di vista umanitario era diventata insostenibile». Il ministro degli Interni di fronte all’intervento del Vaticano ha dovuto incassare il colpo e ha cercato di rialzarsi attaccando la magistratura: come faceva Berlusconi, perché Salvini è un suo figlioccio politico).
Il manifesto è un giornale. Che informa, che produce idee, che propone.
E non ha la struttura organizzativa dei movimenti, delle associazioni, dei partiti, dei sindacati. La struttura necessaria per mettere in piedi una manifestazione di popolo.
Ma il manifesto è un quotidiano nazionale che può offrire visibilità e sostegno, facendosi parte promotrice, raccogliendo le adesioni, dal singolo cittadino ai gruppi organizzati.
Perciò le nostre piccole forze da adesso in poi saranno in campo, come punto di chi vuole che il nostro Paese non venga soffocato da un clima di violenza, di intolleranza, di paura. In seguito ci saranno altri motivi per battersi, perché questo governo ha un ampio sostegno e durerà.
Per il momento vogliamo impegnarci per porre un argine all’odio alimentato da un ministro, e che per fortuna non viene condiviso in toto da chi fa parte della maggioranza (il presidente della Camera ha preso una debita distanza da Salvini e nel M5S è scoppiato un “mal di pancia” politico che durerà a lungo e prima o poi esploderà).
In questi giorni sono arrivate alcune proposte sulla manifestazione. Per questo attiviamo subito un indirizzo di posta elettronica dedicato all’iniziativa: lettere@ilmanifesto.it specificando nel soggetto della mail «Avviso ai naviganti», che raccoglierà adesioni, suggerimenti, consigli, idee da mettere a disposizione di chi si farà carico di organizzare una giornata di lotta contro la barbarie politica e sociale.
* Fonte: Norma Rangeri, IL MANIFESTO
Related Articles
Al via la scuola 2.0
Niente aule e cattedre, ma professori online, esami via web e migliaia di studenti in tutto il mondo. Parte oggi da Stanford l’istruzione del futuro
Egitto. La persecuzione del giornalista Hassan Al-Banna
Prima il carcere a Tora, dove l’amico Shady Habbash gli è morto tra le braccia. Poi la paura fuori, il viaggio in Giordania e la deportazione al Cairo con la complicità di Amman e di due compagnie aeree
TRO – Trattamento Radiofonico Obbligatorio
TRO, Trattamento Radiofonico Obbligatorio: si parla di Marco Cavallo e della 180 (vi ricordate di Basaglia?), Alda Merini e tanta buona musica