Magnate inglese lascia una verde eredità: 10 milioni di nuovi alberi
Nessuno sa con certezza se davvero Felix Dennis — l’eccentrico editore inglese della rivista della Swingin’ London «Oz» che negli anni ‘70 e ‘80 costruì un impero pubblicando periodici di automobilismo, computer, giardinaggio, ciclismo, fitness, occulto e hobby vari: 30 titoli per un totale di 2,5 milioni di copie al mese — davvero riuscì a bruciare cento milioni di euro tra donne e alcol e droga, cifra della quale si vantava spesso. E c’è da sperare che davvero fosse sotto l’effetto di «medicinali» (cioè droga), come si corresse poi temendo una visita di Scotland Yard, quella volta che si vantò di aver ucciso un uomo. Di sicuro però Dennis, morto nel 2014 a soli 67 anni dopo una vita vissuta a duecento all’ora, ha lasciato gran parte del suo patrimonio, circa 150 milioni di sterline, quasi 170 milioni di euro, a una buona causa che gli fa molto onore. In vita, fece piantare un milione di alberi creando un immenso bosco nei pressi della sua casa di Dorsington, non lontano dalla Stratford-upon-Avon di Shakespeare, a circa 140 km da Londra.
Ora, con quei 150 milioni di sterline (la casa editrice è stata venduta a un fondo), gli alberi diventeranno dieci milioni, in un immenso bosco di 100 km quadrati. Perché il suo hobby, al netto della passione per donne alcol e droga, e esauriti i suoi doveri lavorativi (gli piaceva molto anche guadagnare soldi, non lo negò mai, d’altronde il suo stile di vita nella villona ai Caraibi aveva dei costi vivi molto alti) era proprio l’ecologia. Niente lo rendeva felice, garantiva, quanto piantare un albero, una passione scoperta relativamente tardi nella vita, nei primi anni ‘90.
Lo farebbe felicissimo, dunque, se fosse ancora in vita, vedere oggi la realtà di Heart of England Forest, la fondazione finanziata dalla vendita della sua casa editrice che ora si incarica di dare forma al suo sogno, quei dieci milioni di alberi. Il 1 novembre comincerà la «tree planting season», e dal sito www.heartofenglandforest.com la fondazione invita a visitare il bosco e a collaborare al progetto, piantando personalmente un albero o lasciando una piccola donazione per intitolare quell’albero a una persona alla quale si vuole bene. Perché una condizione del lascito di Dennis è che il suo bosco sia aperto a tutti, ai visitatori e anche a chi vorrebbe dare una mano, con grande enfasi sul volontariato.
Dennis voleva che la foresta non potesse trasformarsi in futuro in una sorgente di legname, e per questo non si potrà tagliare un singolo albero, «devono essere conservati per le future generazioni». Dennis non voleva «una foresta densa e scura», voleva invece spazi aperti, laghetti, pascoli organici. «La foresta deve essere aperta a tutti», rendendo possibile la visita di habitat protetti di animali. E, soprattutto, la foresta non dovrà avere interruzioni, e anche se ci saranno parti molto piu ampie di altre, garantirà comunque un «corridoio» sicuro per gli animali, nella contiguità territoriale di quei cento chilometri quadrati. Gli alberi piantati saranno soprattutto querce e frassini, ma anche aceri, ciliegi, noccioli, come voleva Dennis.
* FONTE: Matteo Persivale, CORRIERE DELLA SERA
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