Il 2 agosto della comunità rom e sinti, per la memoria contro il razzismo
Domani associazioni di Rom e Sinti saranno in piazza Montecitorio dalle 14 alle 18. Sarà l’occasione per intrecciare la memoria dello sterminio nazista al clima oppressivo e discriminatorio che la comunità rom e sinti italiana sta vivendo nell’ultimo periodo. Si pensi allo sgombero del Camping River nella Capitale che ha lasciato 212 persone senza fissa dimora per assenza di soluzioni alternative, al ferimento della piccola Cirasela colpita da un pensionato con una carabina ad aria compressa e alla minaccia di censimento su base etnico di Salvini.
Per la comunità rom e sinti il 2 agosto è l’anniversario di uno degli eventi più segnanti della loro storia. Quella notte nel 1944 furono 2.897 donne, uomini e bambini rom e sinti dello Zigeunlager (il campo degli zingari) di Auschwitz-Birkenau a essere sterminati nelle camere a gas. ««Il giorno dopo nel campo regnava un silenzio spettrale» ha ricordato recentemente nell’aula del senato Liliana Segre, la senatrice a vita sopravvissuta ad Auschwitz che ha lanciato l’allarme sul censimento etnico dei rom. «Commemorare oggi quella data significa ricordare, imparare e agire in una nuova situazione di difficoltà. Rinnoveremo la richiesta al governo di affrontare i problemi insieme a noi e non contro di noi» si legge nel comunicato che lancia l’iniziativa.
«Abbiamo richiesto un incontro al Presidente della camera Fico, il quale ancora non ha risposto» dichiara Dijana Pavlovic, attivista per i diritti dei rom e tra le promotrici dell’iniziativa. Nella prima ora della manifestazione verranno ricordati i morti nei campi di concentramento con canzoni e poesie tradizionali mentre i partecipanti avranno affissi al petto i triangoli marroni che identificava i rom e sinti durante la persecuzione nazista. Nella seconda parte verrà lasciato spazio agli interventi di chi ha aderito alla manifestazione. Tra i tanti Yanis Varoufakis, il fondatore del movimento transnazionale europeo Diem 25, che sarà in piazza, Juan De Dios Ramìrez Heredia, ex eurodeputato spagnolo e socialista e primo rom a essere eletto a Strasburgo, Moni Ovadia, il vignettista Vauro, la Cgil, l’Arci, padre Alex Zanotelli, la rete #restiamoumani protagonista dei sit-in con le mani rosse, l’Associazione 21 luglio, la comunità di base di San Paolo. È prevista anche la partecipazione di una dozzina di sgomberati del Camping River, «gli altri sono troppo spaventati. Poi lo spostamento in centro dalle periferie non è facilissimo» spiega Dijana Pavlovic.
Prima della manifestazione di Montecitorio, a mezzogiorno e mezza, ci sarà un sit-in di fronte all’ambasciata Ucraina per denunciare i veri e propri pogrom contro i rom che hanno preso piede in Ucraina nel disinteresse – e talvolta la connivenza – del governo nazionale che hanno portato all’uccisione di un ragazzo di 24 anni, David Popp il 23 giugno, a numerose aggressioni anche ai danni di donne e a bambini e al rogo di alcuni campi rom.
Nella giornata di domani ci saranno anche sit-in presso le ambasciate italiane e ucraine nelle capitali di Bulgaria, Slovacchia e Serbia. Si sono già svolte a Bucarest e Praga, si svolgeranno nei prossimi giorni anche a Skopje in Macedonia a Budapest. «È un primo passo con cui vogliamo dimostrare di avere una rete europea che deve dare forma alla resistenza contro la discriminazione cui siamo soggetti. Questo è il nostro mostro nero come il 2 agosto fu quello dei nostri padri. Speriamo di dare l’esempio e di aiutare i rom e i sinti di tutta Italia e di tutta Europa a reagire», conclude Pavlovic.
* Fonte: Ruggero Scotti, IL MANIFESTO
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