Permesso di soggiorno europeo, manifestazioni a Ventimiglia per il diritto alla mobilità umana

Permesso di soggiorno europeo, manifestazioni a Ventimiglia per il diritto alla mobilità umana

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Primo dei due giorni della mobilitazione promossa dal Progetto 20K con la parola d’ordine «Tutti e tutte a Ventimiglia: per il permesso di soggiorno europeo, per il diritto alla mobilità umana».

Alla vigilia della manifestazione internazionale che si terrà oggi (al corteo aderiscono tra gli altri la Comunità di San Benedetto al Porto di Genova, Non una di meno, Progetto Melting Pot Europa e Arci nazionale e provinciale imperiese), ieri pomeriggio a Ventimiglia, al confine italo francese di Ponte San Ludovico, c’è stato un tentativo di «border crossing», cioè di oltrrepassare la frontiera con la Francia, con in mano un simbolico «permesso di soggiorno europeo», quello appunto chiesto dai manifestanti.

Una manifestazione pacifica che si è svolta di fronte a un massiccio spiegamento di forze dell’ordine sia italiane che francesi. Il breve corteo si è diretto appunto verso il confine con la Francia e poi è stata montata una tenda a ricordare gli accampamenti smantellati.

I manifestanti hanno anche potuto mettere un cartello sul versante francese del confine con sopra disegnato un permesso di soggiorno. Slogan contro il ministro degli interni italiano Matteo Salvini e il presidente francese Macron, con un messaggio indirizzato a Parigi in vista delle celebrazioni per il 14 luglio: «Vi preparate a festeggiare la vostra fraternità, la vostra uguaglianza e la vostra libertà, ma dove sono i valori fondanti della repubblica francese?».

Contro la due giorni di mobilitazione si è ripetutamente espresso il sindaco dem di Ventimiglia, Enrico Ioculano, già autore di un’ordinanza che vieta di distribuire cibo e bevande per strada ai migranti. «Un’ordinanza che abbiamo violato e continueremo a violare», dice Giacomo Mattiello del collettivo Progetto20K.

FONTE: IL MANIFESTO



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  L’isola Stato di Nauru – Foto: bluecarbonportal.org

Si chiama “Pacific solution” e più che alla pace rimanda al nome dell’oceano. È il programma, varato dal governo australiano nel 2001 e poi riproposto varie volte, per lo spostamento forzoso (si potrebbe anche dire deportazione) degli immigrati irregolari dall’Australia ad alcune isole/Stato della Micronesia, tra cui la repubblica di Nauru, la nazione più piccola del mondo. Anche ad altre destinazioni giungono i migranti respinti: Papua Nuova Guinea, Christmas Island, Manus Island. Stazioni sulla via del rimpatrio.

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