Il Pentagono è il più grande datore di lavoro, ora fa il suo primo colossale audit
![Il Pentagono è il più grande datore di lavoro, ora fa il suo primo colossale audit](https://www.dirittiglobali.it/wp-content/uploads/2018/07/pentagon-pix-890x395_c.jpg)
È il più grande datore di lavoro del mondo. Il Dipartimento della Difesa Usa, il Pentagono, impiega oltre 3,2 milioni di persone, di cui 1,3 milioni di militari, donne e uomini in servizio attivo, 742mila civili, 826mila nella Guardia nazionale e nelle forze di riserva. Ha centinaia di migliaia di edifici e strutture sparse in oltre 5mila siti, beni stimati oltre 2.400 miliardi di dollari e gestisce un budget che per il 2018 è di 639 miliardi di dollari. Ora, per la prima volta, il Ciclope verrà sottoposto a un audit finanziario da parte delle autorità Usa, che passeranno al setaccio conti, spese, beni immobiliari alla ricerca di criticità, sprechi, inefficienze e possibili corruzioni. Sarà probabilmente il più grande audit mai condotto e, ad oggi, il Pentagono era rimasta l’unica grande agenzia federale americana a non essere mai stata soggetta a verifiche di questo tipo. L’audit stesso richiederà notevoli risorse: le autorità Usa hanno previsto un costo di 367 milioni di dollari e 1.200 specialisti assegnati alle verifiche contabili, mentre per affrontare le criticità finanziarie che emergeranno sono stati messi in conto, nel bilancio del 2018, 551 milioni di dollari. I primi risultati sono attesi per novembre. E non mancheranno sorprese, considerando che, secondo quanto dichiarato alla commissione Bilancio del Senato dal capo dell’ufficio finanziario del Pentagono, David Norquist, precedenti verifiche limitate hanno fatto emergere situazioni anomale, tipo 39 elicotteri Blackhawk in dotazione all’esercito mai registrati o 478 edifici dell’Aeronautica che non risultavano nelle liste dei beni immobiliari. Per quanto l’audit sarà imponente e condotto con ingenti risorse, i 1.200 specialisti useranno metodi statistici per fare verifiche contabili a campione, concentrandosi dunque solo una frazione dei dati finanziari: sarebbe proibitivo in termini di costi e di tempo controllare ogni spesa e rendicontazione. L’audit era stato già stato annunciato nel dicembre scorso, ma in questi ultimi mesi sono emerse informazioni più complete.
Fonte: Stefania Maurizi, LA REPUBBLICA
Related Articles
Ricambio a Cuba, Díaz-Canel presidente. È la «modernizzazione»
Con la nomina oggi delle più alte cariche dello Stato, compresa quella del primo presidente della Repubblica dal 1976, entra nel vivo il processo di cambiamento innescato dalle riforme costituzionali
Spesa militare. Le catene di «ancoraggio» agli Usa
Il contributo italiano è in realtà maggiore di quello riconosciuto da Trump. Lo dimostra la crescente quantità di armi inviate in Medioriente dalle basi Usa/Nato in Italia, ufficialmente per la guerra al terrorismo
Elicotteri e lanciamissili lo “shopping” di armi dei pasdaran iraniani
Milano, arrestati sei agenti della guardia rivoluzionaria Pedinati per mesi da un agente infiltrato dagli Usa