Dissobbedienze. La Fraternité è un principio costituzionale

Dissobbedienze. La Fraternité è un principio costituzionale

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Una importante vittoria per le associazioni. L’alta corte era stata sollecitata da Cédric Herrou, l’agricoltore della Roya amico degli esiliati

PARIGI. La “fraternité” dell’emblema francese non è solo una parola, ma un principio che stabilisce un “ideale comune” che ha valore costituzionale. Lo ha stabilito ieri il Consiglio costituzionale, con una decisione storica che eleva a legge fondamentale “la libertà di aiutare gli altri a scopi umanitari, senza considerazioni sulla regolarità del loro soggiorno sul territorio nazionale”. E’ un’importante vittoria che mette fuori legge il “reato di solidarietà”, in un momento in cui l’Europa affossa negli egoismi nazionali e nel rigetto degli esiliati. L’alta corte era stata sollecitata da Cédric Herrou, l’agricoltore della Roya che aiuta i migranti al confine con l’Italia, appoggiato da una dozzina di associazioni umanitarie, tra cui la storica Cimade. Herrou era stato condannato a 4 mesi con la condizionale dalla Corte d’appello di Aix-en-Provence nell’agosto del 2017 con l’accusa di aver aiutato 200 migranti, in maggioranza sudanesi e eritrei. Era stato anche condannato Pierre-Alain Mannoni, per aver accompagnato tre eritree alla stazione. Il Consiglio costituzionale censura una parte della legge Ceseda, il Codice che regola l’entrata e il soggiorno degli stranieri e che prevede fino a 5 anni di carcere e 30mila euro di multa per chi si rende colpevole di “aiutare direttamente o indirettamente uno straniero a entrare, circolare o soggiornare irregolarmente in Francia”. In seguito al dibattito sull’ultima legge sull’immigrazione, presentata dal ministro degli Interni Gérard Collomb e che impone un giro di vite sulle migrazioni, i deputati avevano un po’ attenuato l’estensione del reato, prevedendo esenzioni per aiuti che “non hanno dato luogo a nessuna contropartita diretta o indiretta”. Ma per l’avvocato di Herrou il testo era “vago”, non faceva una distinzione chiara tra aiuto umanitario e passeurs, che sfruttano i migranti. Il Consiglio costituzionale gli ha dato ragione. Sono legali ormai non solo i consigli giuridici, il dare da mangiare o da dormire, prodigare cure mediche “per preservare la dignità o l’integrità fisica” dello straniero, ma “ogni altro atto a scopo umanitario”. Il Consiglio costituzionale mantiene solo un aspetto dell’articolo L622-4, parzialmente censurato: resta un reato aiutare all’entrata illegale sul territorio francese, perché questo atto “crea una situazione illecita”.

Questa decisione del Consiglio costituzionale permette di neutralizzare il reato di solidarietà. La legge Ceseda è da rivedere, entro il prossimo dicembre, perché per l’alta corte non rispetta il necessario equilibrio tra il principio di fraternità e la salvaguardia dell’ordine pubblico. Cédric Herrou ha giudicato la decisione della Corte costituzionale una “vittoria della Francia”. La decisione dell’alta corte è importante per le associazioni umanitarie, ma anche perché va controcorrente rispetto al clima generale che sta soffocando l’Europa. In Germania, Angela Merkel, in grave difficoltà e costretta a cedere all’ala destra, ieri ha almeno ricordato che “l’umanità è l’anima dell’Europa”. Il Parlamento europeo, con una risoluzione votata il 5 luglio, ha chiesto di mettere al bando in tutti gli stati membri il “reato di solidarietà”.

FONTE: Anna Maria Merlo, IL MANIFESTO



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