by Roberto Ciccarelli * | 21 Luglio 2018 9:23
Esplode la contraddizione del «decreto dignità», quello presentato dal ministro del lavoro Luigi Di Maio come la «Waterloo del precariato»: accanto alla modesta, e incerta negli effetti, stretta sui contratti a termine, saranno ripristinati i voucher nei settori dell’agricoltura, del turismo e con ogni probabilità anche negli enti locali. Sono arrivate le prime conferme di un accordo tra Movimento 5 Stelle e la Lega che presenteranno un emendamento al decreto che prevede una semplificazione delle procedure, la tracciabilità e il divieto di acquistare i ticket-lavoro in tabaccheria ma su piattaforma online dove è necessario comunicarne l’uso prima dell’uso. Potranno essere utilizzati in dieci giorni anziché nei tre attuali. Norme simili a quelle vigenti prima che il governo Gentiloni (Pd) decidesse di abolire i voucher per evitare una nuova batosta, dopo quella del 4 dicembre 2016, dal referendum indetto dalla Cgil.
SUSANNA CAMUSSO, segretaria generale della Cgil, ha lanciato la mobilitazione contro il governo populista e sovranista: «Siamo pronti a un nuovo referendum – ha detto Camusso – Ne abbiamo fatto già uno, ne possiamo fare un altro. Se fosse vero che i voucher vengono reintrodotti, e il loro uso allargato, bisognerebbe mettere in discussione se chiamarlo ancora decreto dignità o decreto liberalizzazione. I voucher sono uno strumento di sfruttamento. Di Maio deve mettersi d’accordo con se stesso. Siamo pronti a mobilitarci di nuovo. Senza dubbio. E anche a dire che tra gli annunci e le pratiche di questo Governo c’è un abisso».
GIAN MARCO CENTINAIO, ministro dell’agricoltura e la testa d’ariete leghista che ha riportato, come da «contratto» di governo, i buoni lavoro sul tavolo della politica, ha attaccato i sindacati: ««Se vogliono rimanere all’età della pietra, rimangano all’età della pietra – ha detto – I voucher in agricoltura non sono stati chiesti nè da Centinaio nè da Di Maio, ma dall’agricoltura stessa, così come i voucher sul turismo sono stati chiesti dal mondo del turismo. Sono quei settori che stanno dando una riposta ai sindacati. Ho sentito che la Cgil vuole rifare il referendum, ce ne faremo una ragione».
«SE RIMANERE all’età della pietra significa difendere il diritto a un lavoro dignitoso, ben retribuito e contrattualizzato siamo ben felici di non considerarci moderni – ha replicato a Centinaio la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti – «il ministro dovrebbe preoccuparsi se settori strategici per l’economia del Paese come quello dell’agricoltura e quello del turismo ritengono che per rilanciare il loro sviluppo sia necessario liberalizzare l’utilizzo dei voucher e non, piuttosto, programmare investimenti, valorizzare il made in Italy, formare e qualificare gli addetti, e contrastare irregolarità e illegalità»
ÑELLE ULTIME DUE settimane i sindacati hanno inviato numerosi segnali critici al governo pentaleghista, mentre i settori dell’agroindustria (Flai Cgil, Fai Cisl, Uila-Uil) hanno confermato la mobilitazione in piazza Montecitorio da martedì 24 a giovedì 26 quando il «decreto dignità» arriverà in aula alla Camera. «I voucher in agricoltura – sostengono in una nota congiunta i i segretari generali di Fai Onofrio Rota, Flai Ivana Galli e Uila Stefano Mantegazza – esistono già e sono disciplinati con limiti ben definiti. Non accetteremo di tornare indietro. È «inaccettabile pensare di ridurre la precarietà con norme ad hoc sul lavoro a tempo determinato e sul lavoro somministrato e, contemporaneamente, ampliare l’utilizzo dei voucher rispetto a quanto già previsto dalla normativa, in un settore nel quale il 90% dell’occupazione è stagionale e a chiamata».
LA DETERMINAZIONE dei sindacati confederali nell’opposizione ai voucher sta modificando anche le incertezze nel campo politico a sinistra che sembra essere stata catturata dal dispositivo populista del governo (la «lotta contro la precarietà»). Lo ha confermato ieri Roberto Speranza (MdP-Liberi Uguali) «Se tornano i voucher – ha scritto su twitter – il decreto dignità cambia volto in peggio. Sarebbe un grande passo indietro dall’obiettivo di voler combattere la precarietà». Anche dal Pd, alla ricerca di un’identità di opposizione, arrivano voci contrari a un provvedimento che solo l’anno scorso vedeva il partito su una posizione non diversa da quella del governo attuale. ««Il Pd sarà a fianco di Cgil, Cisl e Uil – ha detto ieri la vice-capogruppo del Pd alla Camera Chiara Gribaudo al termine di un incontro con i sindacati al Nazareno- per protestare contro la reintroduzione dei voucher in agricoltura».
* Fonte: Roberto Ciccarelli, IL MANIFESTO[1]
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