«Le prassi della polizia francese al confine violano palesemente il codice d’Oltralpe, che per altro è in fase di revisione secondo principi più restrittivi» spiega Giulia Capitani di Oxfam, che ha realizzato il rapporto Se questa è Europa.
La Francia può respingere i minori non accompagnati?
Le loro norme distinguono tra il territorio e le zone di confine. Nel primo caso non è possibile. Nelle zone di frontiera invece è possibile se il minore non fa richiesta di asilo ma solo dopo precise garanzie: la nomina di un tutore e un periodo di minimo 24 ore tra il fermo e il respingimento in cui viene informato dei suoi diritti, inclusa la possibilità di contattare parenti o legali.
Niente di tutto questo è rispettato: nel documento con cui vengono rispediti in Italia, che gli agenti compilano in loro vece, viene sistematicamente indicata l’opzione «voglio ripartire il più rapidamente possibile».
Vi siete opposti a questa pratica?
Abbiamo fatto ricorso al Tribunale di Nizza e abbiamo vinto. Così la gendarmeria ha cambiato sistema: adesso alterano la data di nascita per farli risultare maggiorenni. Ne abbiamo le prove perché uno dei ragazzi è riuscito a procurarsi la fotocopia del primo verbale con la data esatta da confrontare con il documento con cui l’hanno rimandato in Italia. In un anno e mezzo la Francia ha respinto 19mila minori. Esiste un problema agghiacciante che è quello dei minori migranti irreperibili, spariti anche grazie alle norme non applicate, finiti nelle mani di trafficanti all’interno dei nostri confini.
Sono a rischio anche le donne.
La stessa Ventimiglia potrebbe essere un centro di smistamento delle reti della tratta. Ci sono donne che arrivano in gruppo, con qualcuno che porta i bagagli. È evidente che sono controllate. Poi spariscono, non le rivediamo né sotto il cavalcavia, né al Campo Roja, né in giro per la città.
L’Italia tutela i minori non accompagnati?
La normativa è stata modificata dalla legge Zampa del 2017, siamo in attesa dei decreti attuativi che dovrebbe fare il nuovo governo. Il testo dice che devono essere immediatamente inseriti in un circuito protetto, attraverso mediatori e assistenti sociali si dovrebbe individuare il percorso migliore per loro: l’asilo, il ricongiungimento familiare qui o all’estero, il permesso di soggiorno speciale. Spesso però restano abbandonati nei centri senza assistenza alcuna, anche per questo fuggono verso Ventimiglia.
FONTE: Adriana Pollice, IL MANIFESTO