by Rachele Gonnelli | 14 Giugno 2018 9:34
Procede lentamente la nave Aquarius nel suo viaggio verso l’unico porto sicuro che le è concesso, quello di Valencia, città dove c’è già una gara di solidarietà con la Chiesa cattolica per garantire ai 629 profughi ospitalità e accoglienza, ma che è ancora molto distante. Ieri pomeriggio ha fatto rifornimento a Mazara del Vallo in Sicilia. Il porto era lì, a portata d’attracco, ma interdetto dal diktat di un ministro che più che all’Interno sembra alla Propaganda.
Mentre continuano le manifestazioni sulla costa del Tirreno superiore per l’apertura dei porti italiani alle imbarcazioni delle ong umanitarie, da segnalare quella al porto mediceo di Livorno, la Aquarius, affiancata dalla nave Dattilo della Guardia costiera italiana, potrebbe impiegare anche sei giorni a raggiungere Valencia, a causa delle condizioni del mare, previste in netto peggioramento a partire da stamattina lungo la rotta assegnata. L’équipe di Medici senza frontiere a bordo segnala su Twitter in serata, quando non ha ancora attraversato il canale di Sicilia, che «Il nostro arrivo a Valencia è previsto per sabato. Dipenderà dalle condizioni meteo che stasera dovrebbero peggiorare con onde fino a 4 metri e venti fino a 35 nodi».
Nel frattempo ieri mattina nel porto di Catania è attraccata la nave Diciotti, sempre della Guardia costiera, con a bordo 932 naufraghi e due cadaveri. La mediatrice culturale Sahar Ibrahim ha raccontato che i due morti erano un uomo e una donna, somali, e sono stati trovati abbracciati. «Non sappiamo – ha detto – se erano fidanzati o parenti ma vederli così ci ha molto scioccato».
La Diciotti ha dovuto fermarsi per uno scalo a Lampedusa dove ha sbarcato cinque persone, quattro donne incinte e un minore colpito da segni di un forte disagio psichico, un ragazzo siriano che – ha spiegato la mediatrice – ha visto morire madre e padre sotto le bombe. I cinque sbarcati sono stati poi trasferiti in eliambulanza negli ospedali di Agrigento e Palermo. Tra i 932 arrivati – dice l’ong Intersos – 167 sono minori non accompagnati sia maschi che femmine.
FONTE: Rachele Gonnelli, IL MANIFESTO[1]
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