Immigrati, figli separati dai genitori, negli Usa cresce dissenso bipartisan
La strategia di Trump per combattere il flusso di clandestini negli Stati uniti non si ferma davanti a niente, nemmeno alla separazione dei genitori, arrestati perché scoperti a entrare illegalmente, dai propri figli, affidati a dei tutori.
Si parla di 2mila in sei settimane, una notizia che sta scuotendo le coscienze degli americani di entrambi i partiti, nonostante le dichiarazioni del procuratore generale Jeff Sessions che nei giorni passati ha detto che se un genitore ha a cuore i propri figli deve dimostrarlo non coinvolgendolo in un’attività illegale. Sessions non è solo: anche il capo dello staff della Casa bianca, John Kelly, da mesi sostiene che «la separazione delle famiglie può essere un efficace deterrente» all’immigrazione illegale.
La Casa bianca si difende dicendo che è una legge dei democratici a ordinare di togliere i figli ai genitori. Ma questa legge non esiste. Proprio i democratici Usa sono sul piede di guerra per fermare questa barbarie, ma essendo in minoranza al Congresso è poco ciò che possono fare senza i repubblicani. Quest’aiuto però potrebbe arrivare.
Domenica, per la festa del papà (negli Usa la terza domenica di giugno) le principali figure di entrambe le parti hanno chiesto a Trump di interrompere le separazioni familiari poiché la questione ha ulteriormente polarizzato il dibattito sull’immigrazione che già divide Washington.
Politici repubblicani, l’ex first lady Laura Bush, il conservatore New York Post(unico quotidiano ad aver sostenuto la candidatura di Trump), l’ex consulente di Trump, Stephen Miller, si sono uniti ai democratici nel condannare le separazioni, creando una contrapposizione inusuale tra legislatori e Casa bianca.
Trump non ha affrontato direttamente il tema, ma solo replicato alle dichiarazioni di dissenso arrivate domenica affermando che i dem dovrebbero lavorare con i repubblicani sulla legge per la sicurezza delle frontiere, ignorando come buona parte del suo partito stia invece sposando lo sdegno dell’opposizione.
Su Twitter è passato a giustificarsi aggrappandosi all’Europa: «Non vogliamo che quanto succede con l’immigrazione in Europa succeda anche da noi!», ha scritto per poi parlare di un «grande errore fatto in Europa permettendo l’ingresso a milioni di persone che hanno cambiato in modo così forte e violento la loro cultura!». Trump ha terminato attaccando frontalmente Angela Merkel: «Il popolo della Germania si sta rivoltando contro la sua leadership mentre l’immigrazione sta scuotendo la già debole coalizione di Berlino».
La Germania di certo ha i suoi problemi, ma Trump continua a ignorare cosa accade nel paese che governa: domenica si sono svolte manifestazioni in vari Stati Usa, non solo nelle prevedibili città democratiche, ma anche in luoghi molto significativi, come il super conservatore Texas, da sempre roccaforte repubblicana.
E più importante ancora del dissenso della società civile americana di sinistra, o anche di quella della base repubblicana che non si riconosce in Trump, è la decisione dei legislatori repubblicani di contraddire, non solo a parole, il presidente, scelta espressa unendosi all’opposizione democratica.
Dall’elezione di Trump i repubblicani distanti da The Donald sono rimasti per lo più in attesa, quasi aspettando un’implosione (che non avverrà). Ma di fronte a un atto così inumano, separare i figli minorenni dai genitori, se ancora vogliono definirsi «conservatori compassionevoli» sono costretti a prendere una posizione netta.
Tra i primi a farsi sentire è stata la senatrice repubblicana del Maine, Susan Collins, che ha dichiarato alla Cbs: «Tutto questo è in contrasto con i valori di questo paese». Più esplicito Michael V. Hayden, direttore della Cia sotto Bush jr, che ha postato su Twitter la foto di un campo di concentramento nazista e ha scritto: «Altri governi hanno separato madri e bambini». Il reverendo Franklin Graham, figlio del deputato conservatore Billy Graham e sostenitore di Trump, ha definito le separazioni «vergognose».
Bisogna ora vedere quanto il coro di critiche si tradurrà in azioni politiche: questa settimana alla Camera è previsto un voto sul tema degli illegali; sarà proposta una linea dura che si prevede non passerà, ma che scoperchierà una crisi profonda dentro il partito, a pochi mesi dalle elezioni di medio termine di novembre.
FONTE: Marina Catucci, IL MANIFESTO
photo: By Alisdare Hickson from Canterbury, United Kingdom [CC BY-SA 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], via Wikimedia Commons
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