Dopo l’Aquarius tocca a Lifeline, Malta e Italia rimpallano i migranti, Salvini e Toninelli minacciano

Dopo l’Aquarius tocca a Lifeline, Malta e Italia rimpallano i migranti, Salvini e Toninelli minacciano

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Un nuovo scontro tra Italia e Malta, con entrambi i Paesi che rifiutano ancora di aprire i porti ai migranti. Dopo l’Aquarius, a provocare il caso diplomatico è stata la nave Lifeline, battente bandiera olandese, della Ong tedesca Mission Lifeline. L’imbarcazione di 32 metri, con una capienza di 50 persone, ha salvato 239 migranti rifiutandosi di consegnarli alla Guardia costiera libica. Il governo gialloverde giovedì ha messo in chiaro che non avrebbe autorizzato lo sbarco in Italia minacciando sequestro e inchieste. Ieri, intorno alle tredici, l’esecutivo ha fatto trapelare la notizia di aver ufficialmente chiesto a Malta di far attraccare la nave ma dall’altro lato è arrivata l’ennesima nota diplomatica dai toni ambigui: «La nave è al momento nella nostra area Search and rescue. Né la Lifeline né il coordinamento di Roma hanno trasmesso a Malta una richiesta formale. Il governo maltese continuerà ad agire in accordo con le leggi e convenzioni internazionali».

È IL MINISTRO AI TRASPORTI Toninelli il primo ad attaccare: «Malta dice una falsità. Ha avuto una richiesta ufficiale da Frontex. La responsabilità di quelle vite grava sull’equipaggio dell’Ong e su Malta. La nave non ha le caratteristiche tecniche per il trasporto di così tanti richiedenti asilo. In questo caso la responsabilità di Malta è ancora più grande che con Aquarius perché quella era una nave mercantile molto grande». Nella disputa si è inserita anche la Spagna: «Siamo in contatto con Malta – ha spiegato la portavoce del governo, Isabel Celaà – per procedere, se necessario, con i soccorsi umanitari e con Italia e Francia perché la Francia ha mostrato una grande solidarietà con la Spagna durante l’accoglienza dell’Aquarius».

NEL POMERIGGIO il no da La Valletta diventa ufficiale, come spiega Toninelli via facebook: «La disumanità di Malta è lo specchio dell’Europa. Il loro centro di coordinamento ha rifiutato qualsiasi tipo di intervento, se non il soccorso per pochi casi di prima emergenza. Per loro è un caso post Sar, dunque non di imminente pericolo. È l’Europa che deve intervenire. Anche in sede Ue, non accetteremo soluzioni a scapito dell’Italia». Su un sito locale, il portavoce del governo maltese ha aggiunto: «I soccorsi sono stati gestiti dal Coordinamento italiano con le autorità della Libia. Malta non ha coordinato le operazioni di soccorso, né siamo l’autorità competente a farlo» specificando di «non assumersi nessuna responsabilità per le azioni irresponsabili della Ong». Così i migranti restano nel Mediterraneo stipati gli uni su gli altri, anche se ieri sera una motovedetta della Guardia costiera era diretta verso la nave della ong.

GIOVEDÌ SALVINI ha contattato l’Olanda per chiedere una verifica sui documenti della nave. Dai Paesi Bassi è arrivata la nota in cui si spiega che non risulta iscritta nel registro mercantile. Così ieri via social la Lifeline, che non ha la stazza per essere inserita in quella categoria, ha pubblicato la foto della matricola del Maritime mobile service identity in cui si indica Amsterdam come porto di riferimento. «Dubito che il governo olandese non abbia fatto le dovute verifiche – la replica di Toninelli -. Una volta sbarcati, riprenderà l’indagine della nostra Guardia costiera che porterà al sequestro di questa nave. L’eventuale arresto dell’equipaggio compete alle procure ma immagino che sarà aperto un procedimento penale». Dalla nave Axel Steier ha commentato: «Seguiamo le leggi internazionali. La gente ha avuto coperte, cibo e assistenza medica. Speriamo che la situazione si risolva presto».

IN ITALIA GLI ATTACCHI sono andati avanti per l’intera giornata.
Salvini, in giro per i ballottaggi, ha picchiato duro via social e a ogni tappa elettorale: «La nave fuorilegge Lifeline (dell’Ong che mi diede del fascista) è a Malta col suo carico illegale. Per la sicurezza dei passeggeri abbiamo chiesto che aprano finalmente i loro porti. Quella nave dovrà essere sequestrata e il suo equipaggio fermato. Mai più in mare a trafficare, mai più in Italia». E sul fronte Ue: «Lezioni di buona educazione dalla Francia non le prendiamo e spero che i prossimi barconi vadano in Francia. Macron, un signorino che eccede con lo champagne, a Ventimiglia schiera la polizia, non rompa le scatole all’Italia. Ora la Merkel telefona. Noi non possiamo prendere un migrante di più».

FONTE: Adriana Pollice, IL MANIFESTO



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