Censis. Cresce la sanità privata, sempre più fragile quella pubblica

Censis. Cresce la sanità privata, sempre più fragile quella pubblica

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Dai farmaci alle ecografie, dagli occhiali da vista alle sedute dal dentista, fino alla visita dallo specialista: quest’anno, per curarsi, gli italiani spenderanno complessivamente 40 miliardi di euro di tasca propria. Una voce, quella relativa alla sanità privata, in crescita rispetto ai 37,3 miliardi dell’anno scorso. I dati emergono dal rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute, presentato ieri a Roma in occasione del Welfare Day: il sistema sanitario nazionale, il grado di soddisfazione e insoddisfazione, le aspettative, spiega il Censis, hanno pesato parecchio sulle ultime elezioni politiche, tanto che l’81% dei cittadini ha dichiarato che si tratta di una questione decisiva nella scelta del partito per cui votare.

IL TREND DI AUMENTO È costante negli ultimi anni: la spesa sanitaria privata è aumentata di ben il 9,6% nel periodo 2013-2017, praticamente il doppio rispetto a quella dei consumi (5,3%). L’aumento colpisce soprattutto le fasce più deboli della popolazione: tra il 2014 e il 2016 i consumi delle famiglie operaie sono rimasti quasi fermi (+0,1%), ma le loro spese sanitarie sono aumentate del 6,4%; nell’ultimo anno, l’aumento è stato di 86 euro in più a famiglia. Per gli imprenditori, al contrario, c’è stato invece un forte incremento dei consumi (+6%) e una crescita inferiore della spesa sanitaria privata (+4,5%: in media 80 euro in più nell’ultimo anno).

Nell’ultimo anno 7 milioni di persone si sono dovute indebitare per pagare le cure, e 2,8 milioni per far fronte alle spese sono state costrette a svincolare i propri investimenti o addirittura a utilizzare il ricavato della vendita di una casa.
Per gli operai l’intera tredicesima se ne va per pagare cure sanitarie familiari: quasi 1.100 euro all’anno, calcola il rapporto. Per 7 famiglie a basso reddito su 10 la spesa privata per la salute incide pesantemente sulle risorse familiari.

IL FENOMENO DELLA SPESA sanitaria out of pocket, ovvero pagata di tasca propria dai cittadini, ha riguardato oltre 44 milioni di persone, più di 2 italiani su 3, con un esborso medio di circa 655 euro ciascuno. In particolare 7 cittadini su 10 hanno acquistato farmaci di tasca propria, per una spesa di 17 miliardi; 6 cittadini su 10 visite specialistiche (per circa 7,5 miliardi); 4 cittadini su 10 prestazioni odontoiatriche (oltre 8 miliardi). E ancora, oltre 5 cittadini su 10 prestazioni diagnostiche e analisi (3,8 miliardi); oltre 1,5 cittadini su 10 occhiali e lenti (2 miliardi).

In questo contesto monta il rancore verso il servizio sanitario, anche perché le ingiustizie sono evidenti: secondo il rapporto, 12 milioni di italiani hanno saltato le lunghe liste d’attesa nel pubblico grazie a conoscenze e raccomandazioni. Se a questo fenomeno sommiamo i casi di malasanità, si capisce come mai a provare sentimenti di rabbia sia il 38% degli italiani, quasi 4 su 10.

A DIRSI ARRABBIATI SONO soprattutto cittadini con redditi bassi (43,3%) e residenti al Sud (45,5%). Il 54,7% degli italiani – stimando il campione – è convinto che le opportunità di diagnosi e cura non siano uguali per tutti. Il 26,8% si dichiara critico perché, oltre alle tasse, bisogna pagare di tasca propria troppe prestazioni e perché le strutture non sempre funzionano come dovrebbero.

Infine il rapporto con gli attuali partiti: per un miglioramento della sanità il 63% degli italiani non si attende nulla dalla politica; secondo il 47% i politici hanno fatto troppe promesse e lanciato poche idee. La sanità – spiega il Censis – sarà il cantiere in cui gli italiani metteranno alla prova il nuovo governo gialloverde. I più rancorosi verso il servizio sanitario sono proprio gli elettori di M5S (41,1%) e Lega (39,2%), meno quelli di Forza Italia (32,9%) e Pd (30%). Ma gli elettori M5S e Lega sono anche i più fiduciosi nel cambiamento.

«LA SPESA SANITARIA privata – commenta Marco Vecchietti, ad di Rbm Salute – rappresenta la più grande forma di disuguaglianza, perché pone il cittadino di fronte alla scelta tra pagare o non curarsi. Se non si interviene continuerà ad aumentare». «Invertiremo questa tendenza», promette la neoministra della Salute Giulia Grillo – garantendo in tutta Italia adeguati livelli di assistenza».

FONTE: Mirco Viola, IL MANIFESTO



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