by Gianni Tognoni* | 5 Maggio 2018 10:51
Alla ricchezza, precisa e commossa, del ricordo di Elmar Altvater da parte di Luciana Castellina è importante aggiungere un altro aspetto della sua presenza attiva nella realtà italiana e nello scenario internazionale.
La collaborazione stretta di Elmar con la Fondazione Basso è stata infatti lunga e intensa , fino ad esprimersi anche nel suo ruolo di Vice-Presidente, nel garantire alle attività di ricerca prevalentemente orientate in senso giuridico, un’attenzione piu esplicita, complementare e critica, alle realtà economiche.
Elmar Altvater, uno dei protagonisti della storia internazionale della Fondazione e del Tribunale Permanente dei Popoli fin dalle sue origini, ci ha lasciato alla vigilia dei suoi ottant’anni. Fino in fondo lucido ed attentissimo alla storia viva del mondo (al di là della sua lunga e dura esperienza di malattia) e dei sempre più precari percorsi intellettuali e politici di intelligenza e liberazione. Non è certo difficile ritrovare, sui più diversi siti, accademici, politici, di movimenti, la documentazione della sua lunghissima attività: sempre innovativa, permanentemente attenta alla traduzione delle più rigorose conoscenze tecniche in strumento di comprensione condivisa delle priorità su cui lavorare collegialmente. Era conosciuto, amato, ricercato come esperto di riferimento (dall’Europa, al Brasile, al Messico…) per un radicamento così forte in una lettura marxista della storia, da fornirne chiavi di intelligenza anticipatrici di ciò che via via si annunciava come la successiva necessaria area di ricerca e di lotta. In questo senso, pur nello stile così diverso di lavoro, era uno dei continuatori più lucidi e coerenti , proprio per la complementarietà delle sue competenze disciplinari in economia con quelle giuridiche, del percorso di Lelio Basso negli anni che hanno visto il capovolgimento dei termini di riferimento del conflitto tra priorità del diritto e della economia-finanza negli scenari della globalizzazione.
Fondamentale in questa prospettiva il suo ruolo (in stretta connessione con Luciana Castellina) nell’immaginare e promuovere, con una piattaforma europea di tutti i movimenti , il Tribunale dei Popoli sul Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, nella sua FreieUniversitat di Berlino proprio alla vigilia della «caduta del muro», e quindi a Madrid in coincidenza con la entrata in vigore ufficiale della Wto: diagnosticando e pronosticando così – con una tempestività ed originalità purtroppo ’negate’ dalle tante sinistre – trasformazioni profonde che si annunciavano; per un mondo globale con meccanismi di distribuzione e gestione dei poteri che vedeva il passaggio dei tradizionali Stati e attori pubblici in ruoli subalterni, e la scomparsa progressiva del ruolo di riferimento dei diritti umani e del diritto internazionale. Danno l’idea della sua instancabile «presenza» la sua partecipazione, prima nel Tribunale sulle imprese produttrici di pesticidi (Bangalore, 2011), esemplare per la centralità da un lato e l’impunita dall’altro dei delitti ambientali; e quindi in quello sul Messico (per la sessione che si è tenuta dal 2011 al 2014), modello di stato deviato dal suo ruolo e nemico strutturale, in alleanza con poteri paramilitari e del narcotraffico, del suo popolo in nome degli accordi di libero commercio.
Per la Fondazione , da Linda Bimbi alle generazioni di giovani che vi sono passati dal 1980 al 2000, era anche, a fondo, con grande normalità e gioia di vivere , un grande amico, che dava fiducia,senza illusioni e perciò senza paura, in un futuro tutto da sperimentare e non da subire.
* Segretario Generale Tribunale Permanente dei Popoli, Fondazione Lelio e Lisli Basso Onlus
FONTE: Gianni Tognoni*, IL MANIFESTO[1]
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