Casa, lavoro, reddito: in 10 manifestano a Napoli
NAPOLI. «Stop Salvini» è il cartello che ha aperto la manifestazione «Nessuno escluso» partita ieri mattina da piazza Mancini a Napoli. Si replica stamattina a Caserta (concentramento a piazza Garibaldi). Doveva essere il primo corteo a protestare contro il nuovo governo a trazione leghista, ma le incertezze politiche non hanno fermato gli organizzatori.
Un fiume di persone si è snodato tra le strade partenopee: le sigle che hanno aderito hanno contato oltre 10mila partecipanti, arrivati anche da Salerno, Avellino, Benevento e Terra di lavoro.
Molti i migranti dall’hinterland partenopeo (Giugliano, Villaricca, Sant’Antimo, Melito) accanto alla comunità che si è stabilita tra Mondragone e Castel Volturno, nel casertano. Campani e migranti, gli uni accanto agli altri, per rivendicare diritto alla casa, reddito e accoglienza.
La prima tappa è la prefettura: la burocrazia e le norme, inasprite dal ministro Minniti, rendono la richiesta del permesso di soggiorno per chi arriva in Italia un percorso a ostacoli. Ma non chiedono più solo i documenti: in molti sono in Campania ormai da anni, rivendicano il diritto ad accedere al Rei (il reddito di inclusione varato dal governo uscente ma sottofinanziato), a inserirsi in un mercato del lavoro legale senza il ricatto del caporalato, l’accesso alle case popolari. «Non sono loro la causa della crisi economica – urlano gli attivisti partenopei – Questa è la composizione sociale dei nostri territori, diritti per tutti e tutte, nessuno escluso».
Alla manifestazione hanno aderito, tra gli altri, il Movimento migranti e rifugiati di Caserta, Centro sociale ex Canapificio, Ex Opg Je so’ pazzo, Emergency, Caritas, Usb, Associazione Senegalesi, Centro sociale Zero81, Insurgencia, Attack Irpinia, Salerno Meticcia, Lap Asilo 31 Benevento, Movimento di lotta per la casa Magnammece o’ pesone.
Sui migranti si è giocata l’ultima campagna elettorale. Il Pd aveva sbandierato le politiche di uno dei sui ministri simbolo, Minniti, vantando in particolare gli accordi con la Libia.
A febbraio avevano cercato di riequilibrare il tiro sfruttando la firma del protocollo tra Viminale, regione Campania e comune di Castel Volturno per l’emersione dei cittadini stranieri del comune casertano: 22 milioni di euro, 16 stanziati dalla regione e oltre 5,5 dal governo.
Spiega Mimma D’Amico dell’Ex Canapificio: «Sono partiti subito gli stanziamenti per abbattimenti e fognature ma per l’integrazione no. Servono 4 milioni per un progetto integrato di borse lavoro, corsi di italiano con gettoni di presenza e accompagnamento all’affitto. Abbiamo bisogno di sostenere la comunità migrante per formarla, si tratta di gente che non può rinunciare a guadagnare per imparare la lingua. Queste misure consentirebbero anche di migliorare il tessuto imprenditoriale della zona, a vantaggio pure degli italiani. La nostra è l’unica comunità migrante che si stabilisce, lavora e non impara mai l’italiano. Del resto anche al nord adesso è difficile trovare lavoro e le paghe al nero sono scese per la ‘concorrenza’ dei migranti dei Cas, sfruttati come manovalanza a giornata».
A Piazza Municipio si affaccia il sindaco, Luigi de Magistris: «Salvini, a differenza nostra, non starebbe nel corteo. L’esperienza napoletana e quella salviniana sono agli opposti. Vogliamo lavorare sempre di più affinché ogni persona possa avere i medesimi diritti». Tappa finale in regione per un primo incontro con il vicepresidente Bonavitacola: «Ci sono state delle aperture – racconta Alfonso De Vito, della campagna per l’abitare Magnammece o’ pesone – sull’ampliamento del Rei, i progetti per i disoccupati e i migranti ma le prossime riunioni ci diranno se le cose si metteranno in moto. Finora per le vertenze sociali non c’è stato ascolto».
Tra due anni si vota e il governatore De Luca ha bisogno di consenso. Mentre le delegazioni erano al lavoro, il corteo ha invaso piazza del Plebiscito. L’intero colonnato della basilica di San Francesco di Paola animato dai manifestanti: intorno mezzogiorno una Maserati si ferma per scaricare la sposa, parte un enorme applauso da migranti e precari. E poi subito verso il centro della piazza a pregare per il Ramadan.
FONTE: Adriana Pollice, IL MANIFESTO
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