Molise, centrodestra avanti sui 5Stelle ma il vero vincitore è l’astensione

Molise, centrodestra avanti sui 5Stelle ma il vero vincitore è l’astensione

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Affluenza al 52%: calo di 9 punti rispetto al 2013, – 20 sulle politiche del 4 marzo. Di Maio punta a conquistare la prima Regione per rafforzare la sua premiership, la Lega vuole rimontare su Fi

CAMPOBASSO. Nella notte, è testa a testa tra M5S e Centrodestra, tra l’avvocato trentenne Andrea Greco e il commercialista sessantenne Donato Toma. Dopo mezz’ora, con i dati provenienti dai piccoli centri, è in lievissimo vantaggio Toma. All’una e pochi minuti, Campobasso regala invece più emozione ai 5 Stelle: ma si tratta comunque di appena una decina di sezioni scrutinate su 394. Che offrono, poco prima delle 2, questo quadro: 468 voti per Toma, 450 per Greco e 167 per Carlo Veneziale del Pd.

Il Molise che c’è soffrirà tutta la notte. L’euforia da esposizione mediatica è durata cinquanta giorni esatti. Tutto è cominciato a partire dallo tsunami “ giallo” delle scorse politiche. E ora sarà il duello tra M5s e centrodestra che infiamma la notte di Campobasso a stabilire se davvero quella del Molise sarà la prima giunta “ stellata” ( Di Maio ci spera per rafforzare la sua premiership, mentre Salvini punta a rimontare su Fi) o se, invece, saranno state ripristinate le logiche dei territori, dei numeri, delle alleanze. L’affluenza si è fermata al 52,16%, inferiore di quasi venti punti rispetto alle politiche del 4 marzo (71,6%), e inferiore di quasi dieci punti (61,6%) rispetto alle regionali 2013.

« A un certo punto questa sembrava Roma. Altro che Campobasso. Vediamo ora quanti di quei big torneranno quando non ci sarà più in gioco il Palazzo della Regione, tanto è l’ultimissima volta che abbiamo dato fiducia al nostro vecchio partito » , ragionano al bar sul corso Vittorio Emanuele, la strada dello struscio, Luciana e Aldo, insegnante lei, impiegato lui. Intervengono una nonna con nipote bionda ventenne, usciti poco prima da un seggio del rione San Giorgio : « Dipende anche da noi. Se diamo forza a questi giovani, se si rafforzano i grillini, le cose cambiano». Prima le incursioni a settimane alterne di Salvini e Di Maio, poi gli show in crescendo di Berlusconi. Fino all’exploit di Campobasso di venerdí scorso.

Due le piazze rivali e bollenti a soli trecento metri di distanza. Con l’ex premier di Forza Italia che insultava i pentastellati e loro che gli replicavano a muso duro: « Meglio pulire i cessi che stare con i mafiosi » . E con una netta differenza numerica, stando all’occhio allenato degli uomini della sicurezza: almeno 4mila per Di Maio, Di Battista e Taverna, poco meno della metà per l’ex Cavaliere e i suoi fedelissimi. Era un indizio fedele? Fatto sta che sarà il testa a testa che si annuncia teso tra Movimento 5 Stelle e coalizione di centrodestra, tra i soli 20 candidati dell’aspirante governatore grillino, l’avvocato trentenne Andrea Greco e la corazzata (poco coesa) dei 175 guidati dal rivale di Fi , il sessantenne commercialista Donato Toma, a stabilire chi potrà spendere quel punto sulla complicata scena romana, in vista del governo che verrà. Assai minori chance vengono accreditate nelle urne sia al candidato del centrosinistra unitario, Carlo Veneziale, ex assessore alle Attività produttive del Pd, sia al piú giovane sfidante, l’operaio Agostino Di Giacomo, di CasaPound. Il Molise che il 4 marzo era andato a votare aveva sovvertito tutti i pronostici: riservando il 44,8 per cento al M5s contro il 29,8 del centrodestra ( 16,1 di Fi, 8,7 della Lega e il 3,1 di Fratelli d’Italia), e il 21,8 raccolto da tutto il centrosinistra, Leu incluso. Eppure il voto amministrativo, come sempre, puó seguire altre dinamiche. «Io vi avverto, lo dico agli elettori indecisi – ha tuonato fino all’altra sera Greco – sappiate che con 20 liste il centrodestra, un attimo dopo una eventuale vittoria, comincerebbe a scannarsi su tutto » . E Toma, al fianco di Berlusconi, ha attaccato di nuovo i «populismi pericolosi, l’assenza di una cultura politica e di governo”.

Il Molise c’era eccome, e comunque vada “ sarà diverso per questa terra”, hanno promesso i due principali candidati. La regione più invisibile della penisola diventata di colpo centrale: a dispetto della Sanità pubblica drasticamente decurtata, della disastrosa situazione delle infrastrutture, del 14 per cento di disoccupazione che diventa 40 se si considera la fascia tra i 20 e i 40 anni, la piu falcidiata dalla migrazione.

Cambierà? La risposta, ieri, sembrava darla con un sorriso il più longevo elettore del Molise, Tobia Petta, detto Francesco, 105 anni a maggio. « Ha sempre votato, ha sempre creduto nella politica » , hanno detto i nipoti, e ora aspetta anche lui, la terza Repubblica. Che magari nasce, per plebiscito o per contrasto, via Isernia.

Fonte: CONCHITA SANNINO, LA REPUBBLICA



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