Il momento più critico ieri si è vissuto lungo le recinzioni a est di Gaza city. Un nutrito gruppo di giovani ha raggiunto le barriere provandole a superare. «Non è chiaro se alcuni di loro siano effettivamente passati sull’altro versante, quattro di loro potrebbero averlo fatto. La reazione dei soldati israeliani è stata durissima. Hanno fatto fuoco a volontà su quei ragazzi disarmati, uccidendo alcuni e ferendone tanti altri» riferiva ieri al manifesto il giornalista Safwat Kahlout che si trovava in quella zona. Quei giovani palestinesi per il portavoce militare israeliano, Jonathan Conricus, erano soltanto dei «facinorosi» che «hanno lanciato pietre e bottiglie incendiarie con l’intenzione di sfondare i reticolati di confine e appiccare il fuoco ma sono stati respinti». Ha precisato che i soldati hanno aperto il fuoco «secondo le regole di ingaggio» che, evidentemente, prevedono l’apertura del fuoco contro i palestinesi anche se sono disarmati. Ieri sera l’Egitto, che con le sue politiche di chiusura contribuisce al blocco di Gaza, ha annunciato – qualcuno sostiene per stemperare la tensione – l’apertura del valico di Rafah, in entrambe le direzioni, per tre giorni a partire da oggi. Negli ultimi tre anni, il transito di Rafah, l’unica porta di Gaza sul mondo arabo, è rimasto chiuso per la gran parte del tempo per presunte ragioni di sicurezza.
Intanto la questione di Gerusalemme e del suo riconoscimento come capitale di Israele in violazione delle risoluzioni internazionali, sta provocando una profonda crisi politica in Romania. Il capo dello stato, Klaus Iohannis, ha invitato alle dimissioni il primo ministro, Viorica Dancila, dopo la decisione del premier di spostare a Gerusalemme l’ambasciata ora a Tel Aviv. «La signora Dancila non è all’altezza del compito di primo ministro della Romania e di conseguenza il governo sta diventando un peso per la Romania», ha detto Iohannis denunciando di non essere stato informato del memorandum segreto con cui il governo si prepara a seguire i passi di Donald Trump su Gerusalemme. Mercoledì Dancila era volata in Israele su invito del premier Netanyahu informando solo all’ultimo momento il presidente che invece resta fedele alla linea dell’Ue su Gerusalemme contraria all’annessione di tutta la città a Israele.
FONTE: Michele Giorgio, IL MANIFESTO[1]