«Il Rei è nudo». Flash mob all’Inps dei precari per un vero «reddito di base»

«Il Rei è nudo». Flash mob all’Inps dei precari per un vero «reddito di base»

Loading

All’Inps Roma Casilino in via Longoni ieri le file erano lunghe, il sole estivo. È iniziato così il primo blitz post-elettorale di precari e disoccupati che, dopo il tanto parlare di «reddito di cittadinanza», hanno iniziato a chiederlo. Non quello promesso dal Movimento 5 Stelle – in realtà «un reddito minimo condizionato alla formazione e al reinserimento lavorativo» così è stato definito dal ministro del lavoro in pectore M5S Pasquale Tridico. Né un «reddito di inclusione», il «Rei» propagandato dal Pd come una forma «universale» mentre è un sussidio di ultima istanza contro la povertà assoluta. E nemmeno il reddito minimo della Lega che spinge i precari a lavorare per le banche per pagare un debito.

«Reddito di base subito» hanno scritto i manifestanti su uno striscione mentre distribuivano volantini ai precari e ai disoccupati in fila davanti agli uffici. E poi hanno precisato: «reddito di base», ovvero una misura individuale, universale e incondizionata. Dove si trovano i soldi? «Come si sono sempre trovati per il salvataggio delle banche, per finanziare opere inutili, per pagare gli interessi sul debito pubblico, così si devono trovare per chi non arriva alla fine del mese».

Visualizza l'immagine su TwitterVisualizza l'immagine su TwitterVisualizza l'immagine su Twitter

We, Daniel Blake@WeDanielBlake1

Casilino-Prenestino 187 euro al mese questa di chiama carità non lotta contro la

Il flash mob ha annunciato «una larga mobilitazione dal basso» nei prossimi mesi. I manifestanti hanno fatto anche un’analisi del momento politico, dopo cinquanta giorni di stallo politico. «Per la prima volta, in Italia, il reddito è stato al centro anche della campagna elettorale. Questo dibattito è scomparso dopo le elezioni quando i partiti sono tornati ad occuparsi solo del problema delle poltrone del governo».
«Il ReI è una misura assolutamente inadeguata basata solo sul nucleo familiare – hanno detto i precari – Tratta i poveri come fossero i colpevoli della propria condizione. La povertà non è una colpa, così come la precarietà e la sottoccupazione non sono una disgrazia, ma il risultato delle scelte dei governi degli ultimi anni».

FONTE: Roberto Ciccarelli, IL MANIFESTO

 



Related Articles

Livelli essenziali di assistenza: il governo fa solo propaganda

Loading

Sanità. Dal 2009 a oggi impiegate 40.364 persone in meno. Tra il 2014 e il 2015 “scomparsi” 1.896 medici e 2.788 infermieri

«Illegale è la legge». La Street verso l’Europa

Loading

 Roma. Appuntamento alla Bocca della Verità per il corteo nazionale contro la Fini-Giovanardi. In piazza anche l’Arci, Antigone e Forum Droghe, insieme ai «pazienti impazienti», operatori sociali e artisti

Antigone, il Pre-rapporto 2018: nessuna emergenza sicurezza

Loading

Attività criminale non in aumento. Cala il numero degli stranieri reclusi, il patto di inclusione paga

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment