Myanmar, un militare al potere dopo le dimissioni del presidente

Myanmar, un militare al potere dopo le dimissioni del presidente

Loading

UNA MOSSA che per molti non è una sorpresa dal momento che erano noti i suoi problemi di salute, ma che aggiunge nuove preoccupazioni sulla guida di un Paese dove, nonostante la vittoria nelle elezioni del 2015, la Lega per la democrazia di Aung San Suu Kyi sembra ancora ostaggio della casta militare.

Tra l’altro, la sostituzione di U Htin Kyaw, ex compagno di scuola della Nobel e uomo di fiducia di Suu Kyi, prevede che sia il vicepresidente a prenderne il posto almeno per l’interim necessario a nuove elezioni da parte del parlamento.

IN MYANMAR i vicepresidenti sono due ma il più anziano è un militare: il generale Myint Swe che salirà dunque sullo scranno più alto.

Il portavoce della Camera bassa, Win Myint – uomo vicino ad Aung San Suu Kyi – si è immediatamente dimesso dal suo incarico e tutto fa prevedere che il candidato della Lega sarà lui.

Ma in un momento molto difficile per la giovane democrazia birmana e con tutte le difficoltà innescate dalla vicenda dei Rohingya (la minoranza musulmana espulsa dal Paese dopo l’ennesimo pogrom che da agosto ne ha visti scappare in Bangladesh circa 700mila) anche il gioco della presidenza può essere un’occasione pericolosa o quantomeno un momento per testare il grado di equilibrio nella difficile convivenza tra civili e militari.

Benché infatti il partito dell’esercito abbia perso le elezioni, i militari hanno diritto a un terzo dei parlamentari (non eletti) e hanno in mano tre dicasteri chiave (Interni, Difesa, Frontiere). Proprio nella vicenda rohingya, hanno dimostrato di essere loro, più che il governo civile, ad avere sotto controllo la situazione.

FONTE: Emanuele Giordana, IL MANIFESTO



Related Articles

Sulle barricate di Beirut il fronte del contagio siriano

Loading

Il Libano risucchiato nella guerra tra il regime di Damasco e i ribelli Scontri, vittime e arresti in due quartieri: la città  sta per esplodere Almeno due morti nelle strade di Tarik Jdeideh, la zona sunnita della capitale, nella battaglia tra domenica e lunedìIeri tredici pellegrini sciiti sono stati rapiti ad Aleppo. Solo l’intervento di Hezbollah ha sedato la rivolta

Sosteniamo i cittadini della Bosnia Erzegovina

Loading

? Tuzla © Reuters

Appello. Da Tariq Ali a Slavoj Zizek, un documento pubblicato in contemporanea su the New York Times, Guardian e il manifesto

Solidarietà con gli avvocati in sciopero della fame nelle carceri turche

Loading

Incontro online in solidarietà con gli avvocati Ebru Timtik e Aytaç Unsal in sciopero della fame in due carceri turche

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment