by Paolo Hutter | 18 Febbraio 2018 10:21
Domani sera – a Torino all’Unione Culturale – faremo un inedito dibattito tra «non candidati» sul tema «Voto, non voto. Per protesta, per paura». Tra i milioni di ancora indecisi, se votare e chi votare, quanti sono quelli che si sentono di sinistra?
Probabilmente moltissimi, certo più numerosi di quelli che si sentono più o meno di destra e che sembrano aver trovato la loro rappresentanza e/o la loro speranza. Dalle nostre parti invece puoi trovare ancora incertezza e confusione.
Da chi proclama che questa volta non mi avrete, basta col voto utile, a chi nonostante tutto ripiega sulla mini-coalizione del Pd (magari via Bonino o Insieme) magari per motivi di collegio. Da chi si è convinto che solo il voto a 5 stelle serve a dare una svolta, a chi si attesta sul mix del politicamente corretto ed esperto costituito da Liberi Eguali. Per non dimenticare l’entusiasta di Potere al Popolo e pazienza se non può arrivare al 3 per cento.
Numericamente inoltre, dovrebbe fare impressione la massa enorme (almeno due milioni tra Italia e paesi stranieri) di fuori-sede, di persone a centinaia o migliaia di chilometri dal luogo in cui sono iscritte alle liste elettorali e che si sono mentalmente tagliate fuori dal voto, magari cullandosi nella illusione che, appunto, non cambia niente. La novità è che invece il quadro politico elettorale è notevolmente cambiato nelle ultime settimane e ora è concreto il rischio di avere vincente- cioè con la maggioranza assoluta dei seggi- la coalizione più di destra che abbia mai prevalso in un paese europeo come l’Italia.
Rispetto alla sua ultima vittoria del 2008 questa coalizione Berlusconi 2018 è molto più di destra. Non votare perchè non ci si sente rappresentati in un contesto del genere è, a mio parere, molto irresponsabile. Ognuno, anche se non si sente pienamente rappresentato, può e dovrebbe trovare un modo utile (ebbene sì) per cercare di evitare il governo a trazione fascioleghista. Moderati da Jacopo Rosatelli sono previsti in questo appuntamento torinese Gustavo Zagrebelsky, Ugo Mattei, Maria Grazia Sestero, Odilia Negro, Alessandra Quarta e il sottoscritto.
FONTE: Paolo Hutter, IL MANIFESTO[1]
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