Oxfam Haiti, si dimette la vice presidente

Oxfam Haiti, si dimette la vice presidente

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LONDRA. Nell’inferno del terremoto che nel 2010 aveva colpito Haiti, uno dei paesi più poveri, deprivati e sventurati del pianeta, lo staff della britannica Oxfam, una delle massime confederazioni mondiali di ong, era naturalmente lì per aiutare. Ma questo non impediva che alcuni suoi rappresentanti andassero con delle prostitute, anche minorenni, rendendo così quelle persone vulnerabili vittime due volte. È quanto emerge nell’ultimo scandalo di matrice sessuale che riguarda le grandi agenzie di potere occidentale, duro o morbido che sia, di cui Hollywood e Westminster sono solo due dei casi più eclatanti. Simili pratiche non si limiterebbero alla sola organizzazione oxfordiana, estendendosi ad altre ong, tra cui l’altro colosso britannico Save the Children.

Travolta dalle rivelazioni e dalle accuse di questi ultimi giorni, Penny Lawrence, il vice presidente di Oxfam, ha dato le dimissioni. All’epoca dei fatti denunciati occupava la carica di programme director per l’emergenza terremoto nell’isola caraibica. «Mi vergogno che una cosa del genere sia accaduta sotto la mia responsabilità», ha detto ieri Lawrence. Le sue dimissioni sono state accettate da Mark Goldring, l’attuale presidente.
Nel 2011, in mezzo ad accuse di festini con prostitute che circolavano insistentemente ormai da tempo, la direzione di Oxfam avrebbe licenziato quattro propri funzionari e lasciato che altri tre dessero le dimissioni, compreso il direttore delle operazioni di Haiti Roland van Hauwermeiren e membri del suo staff, allontanatisi prima che un’inchiesta interna ne accertasse le responsabilità e lasciando che passassero tranquillamente a un’altra organizzazione. L’ong nega di aver insabbiato l’accaduto, ma deve rispondere su come e quanto sapesse di voci simili su costoro già circolate in Ciad prima che sbarcassero con le loro abitudini sull’isola caraibica.

Le dimissioni di Lawrence sono arrivate in seguito a un incontro con rappresentanti del governo e dopo che il ministro per lo sviluppo internazionale, Penny Mordaunt, aveva minacciato di sospendere l’erogazione dei fondi (circa 35 milioni di euro) percepiti della ong. Alcuni privati hanno messo inoltre in forse le proprie donazioni. Ieri pomeriggio i vertici sono stati convocati presso gli uffici governativi per essere interrogati sul proprio operato, e verificare chi sapesse esattamente cosa. La stessa Charity Commission, organismo preposto alla supervisione del settore, vuole risposte, benché pesino incognite anche sul suo stesso operato: pare infatti che sia stata quantomeno indolente nel voler accertare la verità. Oxfam ha inoltre dichiarato di aver stretto le procedure di controllo circa il passato e l’idoneità del proprio staff, compreso una sorta di passaporto che segua i lavoratori nel proprio passare da un’organizzazione all’altra.

L’ambasciatore di Haiti presso il Regno Unito, Bocchit Edmond, si è detto «scioccato e inorridito» che i vertici dell’organizzazione abbiano permesso che i dirigenti incriminati lasciassero il Paese senza essere denunciati alle autorità nazionali. Il governo haitiano intende ora sporgere denuncia.
Save the Children ha ammesso apertamente di aver affrontato una trentina di casi di molestie sessuali al proprio interno. Il suo direttore, Kevin Watkins, ha dichiarato ai microfoni della Bbc: «Non pretendo di far sparire simili comportamenti con una bacchetta magica, quello che posso fare è assicurare l’opinione pubblica britannica circa la nostra risolutezza a combattere il problema», mentre il leader laburista Jeremy Corbyn ha ammonito: «Oxfam avrebbe dovuto essere più aperta e chiara fin dall’inizio sia con la Charity Commission che con il dipartimento di sviluppo internazionale che la finanziano».

FONTE: Leonardo Clausi, IL MANIFESTO



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