La Turchia spara sui profughi. Ad Afrin 150 civili uccisi
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Aumentano le vittime nel cantone curdo, mentre a Idlib i qaedisti abbattono un jet russo
È salito a 150 morti il bilancio delle vittime civili dell’operazione turca contro il cantone curdo siriano di Afrin e il progetto di confederalismo democratico di Rojava (sebbene ancora ieri il ministro degli esteri turco Cavusoglu ripetesse l’identica narrativa: li colpiamo perché sono una minaccia).
Quasi 300 i feriti, riporta il Consiglio per la salute di Afrin, che però sospetta «numeri molto più alti». La maggior parte, spiega la co-presidente Ancela Reso, sono sfollati da Idlib, Azaz, Raqqa e rifugiati nelle cittadine di Sherawa, Cinderês, Rajo, Shiye e Bilbilê.
Sono le comunità che ieri una delegazione italiana (ad Afrin per documentare l’offensiva turca «Ramo d’Ulivo») spiegava essere le più colpite: «Stanno bombardando le periferie della città con mortai. Sentiamo tutto il giorno le esplosioni dei bombardamenti aerei nei villaggi attorno alla città. Rajo è per metà distrutta e disabitata, è una città fantasma dove le Ypg e Al-Qaeda si affrontano sulle barricate strada per strada. Campi profughi bombardati con morti e feriti tra gli sfollati».
I rifugiati restano costanti target della guerra, quelli nei campi come quelli che provano di nuovo a scappare: ieri Human Rights Watch denunciava i crimini dell’esercito turco contro chi tenta di avvicinarsi al confine. I soldati, ha detto Hrw, sparano sugli sfollati, li picchiano e li respingono: sarebbero almeno dieci i morti, tra cui un bambino.
E il loro numero potrebbe salire visti i rinnovati flussi di siriani in fuga: secondo l’Onu, dal 15 dicembre al 15 gennaio almeno 247mila persone hanno provato a raggiungere la frontiera nord siriana, provenienti per lo più dalla provincia di Idlib dove sono in corso scontri tra le opposizioni islamiste e il governo di Damasco. Ieri miliziani, probabilmente legati ai qaedisti dell’ex al-Nusra, hanno abbattuto un jet Su-25 russo. Mosca ha confermato: il pilota, colpito da un missile anti-aereo, è morto.
FONTE: Chiara Cruciati, IL MANIFESTO
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