Ilva di Taranto, il protocollo d’intesa di Calenda non basta per un accordo

Ilva di Taranto, il protocollo d’intesa di Calenda non basta per un accordo

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La deadline per coprire i parchi anticipata al 2020. Il 10 un nuovo incontro a Roma con Mittal e i sindacati

Un protocollo d’intesa per provare a uscire dall’impasse in cui si è impantanata la vicenda Ilva. È la mossa scelta dai ministri dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e della Coesione territoriale, Claudio De Vincenti, che mercoledì sera hanno inviato al Presidente della Puglia, della Provincia di Taranto, al sindaco di Taranto, e per conoscenza ai sindacati e a Confindustria, «uno schema di Protocollo d’intesa» a seguito delle riunioni del Tavolo per l’Ilva del16 novembre e 20 dicembre scorsi.

IL FULCRO DEL TESTO riguarda «una tempistica accelerata per alcuni interventi di grande rilievo ambientale che consentirà di superare il problema delle polveri entro il primo semestre 2020». È prevista però, ancora una volta, la rinuncia ai ricorsi al Tar di Lecce di Regione e Comune.  Lo schema di protocollo introduce, viene spiegato nella nota dei due ministri, «nel rispetto della disciplina vigente, significativi rafforzamenti della fase esecutiva del Dpcm del 29 settembre 2017, atti a recepire le istanze manifestate dalle amministrazioni regionale e locali e dalle organizzazioni sindacali».

In particolare viene evidenziato come sia stata definita una tempistica accelerata per la copertura dei parchi minerali e fossili, «che consentirà di superare definitivamente il problema delle polveri entro il primo semestre del 2020, e la pavimentazione del parco loppa». È stato previsto inoltre un sistema di condivisione con Regione Puglia ed enti locali e di monitoraggio degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree esterne al perimetro dello stabilimento da realizzarsi da parte dell’Amministrazione straordinaria.

PER QUANTO RIGUARDA la valutazione del danno sanitario, «sono state individuate modalità di esame congiunto, da parte dei firmatari del protocollo, del rapporto annuale realizzato da Arpa Puglia e Asl; è stata prevista la nomina di una Commissione cui partecipano i Comuni dell’area per la definizione degli interventi di sostegno assistenziale e sociale per le famiglie disagiate delle aree di Taranto dei comuni limitrofi; viene infine tenuta in attenta considerazione la problematica dei crediti residui vantati dalle imprese dell’indotto, attraverso il pagamento di tutto lo scaduto al 10 dicembre scorso e la ricerca di soluzioni per i crediti pregressi».

Il protocollo prevede, come detto, la rinuncia ai ricorsi da parte della Regione e del Comune, che dovrà intervenire entro 8 giorni dalla sottoscrizione, pena l’automatica risoluzione. Con l’attuazione delle tempistiche e delle prescrizioni previste nel Dpcm del29 settembre e nel protocollo, i principali interventi ambientali per Taranto saranno completati entro il 2020, mette in evidenza la nota, mentre «gli ulteriori interventi, previsti entro il 2023, riguarderanno infatti impianti fermi».

LA PROPOSTA DEL GOVERNO, appoggiata dalla vice ministra Teresa Bellanova e apprezzata dalla Uilm, ha colto di sorpresa il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci. Pur apprezzando la celerità e l’impegno di Calenda, Melucci ha replicato come Comune e Regione stiano lavorando a un accordo di programma, che i due enti locali ritengono più vincolante per ArcelorMittal rispetto ad un protocollo d’intesa. In queste ore infatti, la Direzione Ambiente del Comune sta lavorando alla bozza del testo dell’accordo di programma, da condividere con i tecnici della Regione, anch’essi al lavoro, e poi da inviare ai ministeri dello Sviluppo e dell’Ambiente (dovrebbe arrivare entro il prossimo fine settimana).

Da questa road map, Regione e Comune non hanno intenzione di derogare, né hanno mostrato aperture sull’eventualità di ritirare il ricorso al Tar. Come confermato anche da Emiliano, che attende la convocazione a Roma del premier Gentiloni.

IL MINISTRO CALENDA ha spiegato che il protocollo, una volta firmato da tutte le parti in causa, non può essere disatteso da nessuno. «Né dal prossimo governo in quanto gli atti compiuti dal precedente non decadono, né da ArcelorMittal in quanto gli impegni ambientali saranno inseriti nel contratto di cessione e quindi saranno vincolanti», ha detto Calenda. Difficilmente però Regione e Comune accetteranno di firmare il protocollo proposto dal governo. Il tutto in attesa del prossimo incontro a Roma tra Mittal e i sindacati del 10 gennaio e soprattutto della decisione del Tar di Lecce.

FONTE: Gianmario Leone, IL MANIFESTO



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