by valentina conte | 11 Dicembre 2017 9:06
« Alla fine stimiamo di accettare per quest’anno 38 mila domande di Ape sociale e lavoratori precoci sulle 55 mila preventivate dalla legge finanziaria del 2016. Oltre i due terzi del totale, dunque. I 200 milioni all’anno di risorse così risparmiate saranno impiegate dal 2018 in poi per allargare l’Ape sociale, come da accordo con i sindacati » . Marco Leonardi, economista e consigliere economico di Palazzo Chigi, dice che l’emendamento del governo sulle pensioni è quasi pronto. Arriverà entro la settimana in commissione Bilancio, dove la manovra è approdata dopo il passaggio al Senato. E dove questa mattina inizierà l’esame di ammissibilità dei 6 mila emendamenti depositati dai partiti. Tra quelli sopravvissuti, i gruppi parlamentari ne segnaleranno 820 da votare. In attesa appunto delle proposte del governo.
Il pacchetto sull’Ape sociale, frutto dell’accordo tra esecutivo con Cisl e Uil, è il più atteso. L’indennità pagata dallo Stato per anticipare a 63 anni la pensione è di fatto quasi un ammortizzatore sociale. Proprio perché riservata a categorie deboli di lavoratori: chi ha iniziato da minorenne, impiegati in lavori gravosi, disoccupati, invalidi, con parenti malati a carico. E che ha suscitato più di un malumore. Perché entrata in vigore tardi, rispetto al primo maggio previsto dalla legge. E perché su 66 mila domande della prima finestra l’Inps ne ha respinte quasi il 63%. Mentre altre 17 mila inoltrate entro il 30 novembre sono sotto esame. Nel frattempo, il ministero del Lavoro è intervenuto per addolcire alcuni criteri di legge, giudicati dai sindacati troppo stringenti. « Li renderemo più fruibili nel 2018, correggeremo i punti deboli » , promette Leonardi. « Alcuni li abbiamo cambiati già in corso d’opera. Avrà l’Ape anche chi ha lavorato per meno di sei mesi dopo la fine della Naspi. E chi non viene da un licenziamento, ma dalla chiusura di un contratto a termine. Basterà poi la sola verifica del ministero del Lavoro per accertare che un’occupazione è gravosa, senza anche l’incrocio con i dati Inail. Ma faremo altre modifiche e confermeremo il bonus contributivo alle donne con figli. In attesa delle proposte del Parlamento».
Il punto è che su 83 mila domande nel 2017 ne passeranno solo 38 mila. Due terzi certo delle 55 mila coperte dagli stanziamenti dell’anno scorso. Ma pur sempre il 46% del totale delle richieste. Meno della metà. « I due terzi significa che l’Ape non è affatto un flop » , insiste Leonardi. « È una misura nuova, complicata. E nel 2018 avremmo più soldi per estenderla a 15 categorie di lavoratori anziché 11, come da accordo con i sindacati. Accordo che a questo punto vale 500 milioni di maggiori risorse all’anno, considerando i 200 milioni in più non spesi. Costituiremo poi un fondo per l’Ape sociale del 2019. Nessun denaro andrà perso, ma servirà a finanziare la misura anche dopo il 2018».
Gli esodati dell’Ape sociale, sessantenni lontani dalla pensione e senza lavoro, lamentano i troppi rigetti. E per chi ha passato l’esame, il pagamento slittato a gennaio. « In realtà il presidente dell’Inps Tito Boeri ha annunciato che, almeno per una parte delle domande accettate, i soldi arriveranno prima di Natale, comprensivi degli arretrati » , osserva Leonardi. « Buona notizia: lavorando anche sabato, domenica e festivi riusciremo a liquidare il primo lotto di arretrati di Ape sociale entro Natale», twittava ieri Boeri, correggendo dunque quanto comunicato il primo dicembre.
Anche l’Ape volontaria – meccanismo analogo all’altro per anticipare la pensione, ma a carico del lavoratore che fa un prestito a se stesso da ripagare poi in rate scalate dall’assegno futuro – è in procinto di partire, dopo lunghissima gestazione. «Siamo pronti a firmare gli accordi quadro con banche e assicurazioni nei prossimi giorni » , garantisce ancora Leonardi. «E speriamo che le domande all’Inps per la certificazione dei requisiti possano iniziare entro fine mese. Costerà circa il 4,8% l’anno ( Taeg 3,2%) » . E il decreto interministeriale per alzare l’età di uscita a 67 anni? «Arriverà entro il 31 dicembre, come prevede la legge».
Non è un flop, spenderemo due terzi delle risorse e siamo pronti a rendere meno stringenti i criteri di accesso
Fonte: valentina conte, LA REPUBBLICA[1]
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