L’appello: «Bandire l’atomica, aprire le frontiere»
Appello ad una nuova resistenza contro chi minaccia di distruggere il pianeta e la convivenza fra i popoli, con due impegni prioritari: lottare perché gli Stati firmino il Trattato Onu per l’interdizione delle armi atomiche e perché sia attuato lo ius migrandi, ovvero «il diritto universale di migrare e stabilirsi nel luogo più adatto a realizzare la propria vita».
Lo chiedono quattro premi Nobel per la pace: Adolfo Perez Esquivel (difensore dei diritti umani negli anni della dittatura militare in Argentina), Shirin Ebady (leader nella lotta per i diritti delle donne e delle bambine in Iran), Jodi Williams (promotrice abolizione mine antiuomo, presidente del Nobel Women’s Initiative) e Mairead Corrigan-Maguire (fondatrice con Betti Williams del Northern Ireland Peace Movement).
E lo chiedono giuristi (Luigi Ferrajoli, Lorenza Carlassare, Ugo Mattei, Paolo Maddalena), uomini e donne di Chiesa che si richiamano al magistero di papa Francesco (il card. Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi, l’ex vescovo di Caserta Raffaele Nogaro, don Luigi Ciotti, padre Alex Zanotelli), attivisti per la giustizia e la pace (Luisa Morgantini, Riccardo Petrella, Giorgio Nebbia), artisti (Fiorella Mannoia, Moni Ovadia) e altri ancora.
Il documento («Per un mondo non genocida, patria di tutti patria dei poveri») è stato presentato ieri alla Camera dei deputati, in una conferenza stampa con Domenico Gallo, Raniero La Valle ed Enrico Calamai, lo «Schlinder argentino», ex console italiano nell’Argentina dei generali.
Nel 1948 gli Stati adottarono la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio. Ma oggi si ragiona e si governa «come se quella scelta non ci fosse stata», si legge nell’appello.
«Giocare a minacciarsi l’atomica tra Corea del Nord e Usa significa ammettere come ipotesi il genocidio; pretendere di rovesciare regimi sgraditi votando alla distruzione i relativi popoli come danno collaterale è già genocidio; mettere in mano a un pugno di persone la maggior parte delle ricchezze di tutto il mondo vuol dire attivare “un’economia che uccide”, cioè genocida; incendiare il clima e devastare la terra significa ecocidio, cioè scambiare il lucro di oggi con il genocidio di domani; intercettare il popolo dei migranti e dei profughi, fermarlo coi muri e coi cani, respingerlo con navi e uomini armati, discriminarlo secondo che fugga dalla guerra o dalla fame, e toglierlo alla vista così che non esista per gli altri, significa fondare il futuro della civiltà sulla cancellazione dell’altro, che è lo scopo del genocidio».
Una situazione che, spiegano i promotori, rende attuale quello che san Paolo descriveva come «il mistero dell’anomia», cioè la perdita di ogni legge e la pretesa dell’uomo e del potere di mettersi al di sopra di tutto. All’epoca si annunciava «una resistenza, una volontà antagonista che avrebbe trattenuto e raffrenato le forze della distruzione». Oggi quella resistenza va rilanciata.
***
Il testo dell’appello:
PER UN MONDO NON GENOCIDA
PATRIA DI TUTTI PATRIA DEI POVERI
Katécon è la parola biblica usata da Paolo per evocare la resistenza alle forze della distruzione e l’argine che trattiene lo scatenarsi dell’inequità. Oggi l’alternativa all’irruente disordine non sta solo nella politica ma nella coscienza e nell’azione dei popoli. Due impegni prioritari: disarmo nucleare e ius migrandi
Questo appello a resistere all’“inequità” per stabilire una società di tutti a cominciare dai poveri, senza più politiche di genocidio, è stato presentato alla Sala Stampa della Camera dei Deputati a Roma il 29 novembre, con le prime 300 firme. Hanno firmato tra i primi quattro Premi Nobel per la pace (tre donne), un ex console noto come lo “Schindler argentino”, un cardinale che presiede ai testi legislativi della Santa Sede, un filosofo della democrazia e dell’eguaglianza come Luigi Ferrajoli, don Ciotti presidente di Libera, uno psichiatra francese, un regista argentino, il sindaco di Palermo, promotore della carta di Palermo sui diritti dei migranti, Riccardo Petrella, Moni Ovadia, Fritjof Capra, teologi, giornalisti e altre personalità internazionali. Chi vuole aggiungersi ai firmatari può scrivere “aderisco al katécon” o simili, aggiungendo se possibile Paese e qualifica, all’indirizzo info@chiesadituttichiesadeipoveri.it
Alla fine della seconda guerra mondiale i popoli giudicarono la civiltà che li aveva portati a quella crisi, e si resero conto di come essa fosse avanzata nel tempo rendendosi più volte colpevole di razzismi aggressioni e genocidi. Nel 1948 essi adottarono la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, termine con cui si intendeva non solo lo sterminio di un intero popolo, ma tutti gli atti volti “a distruggere in tutto o in parte” un gruppo umano come tale. Pertanto essi decisero di passare a una civiltà di popoli eguali senza più genocidio.
Oggi però si ragiona, si decide e si governa come se quella scelta non ci fosse stata. Giocare a minacciarsi l’atomica tra Corea del Nord e Stati Uniti significa infatti ammettere come ipotesi il genocidio di uno o più popoli o di tutti i popoli; pretendere di rovesciare regimi sgraditi votando alla distruzione i relativi popoli come “danno collaterale”, è già genocidio; mettere in mano a un pugno di persone la maggior parte delle ricchezze di tutto il mondo vuol dire attivare “un’economia che uccide”, cioè genocida, poiché attenta alla vita di popolazioni intere, mettendole fuori mercato; continuare a incendiare il clima e a devastare la terra significa ecocidio, cioè scambiare il lucro di oggi con il genocidio di domani; intercettare il popolo dei migranti e dei profughi, fermarlo coi muri e coi cani, respingerlo con navi e uomini armati, discriminarlo secondo che fugga dalla guerra o dalla fame, e toglierlo alla vista così che non esista per gli altri, significa fondare il futuro della civiltà sulla cancellazione dell’altro, che è lo scopo del genocidio. Queste pratiche, oltre che malvagie, sono contro ragione; infatti nessuna di esse va a buon fine, mentre scelte opposte sarebbero ben più efficaci e vantaggiose, possibili e politicamente capaci di consenso.
Riguardo al popolo dei migranti, un popolo fatto di molte nazioni, l’illusione di conservare la civiltà scartando pezzi di mondo è particolarmente infelice, perché il rifiuto di accogliere e integrare migranti e profughi li rende clandestini, li trasforma in rei non di un fare, ma di un esistere. La conseguenza è che gli stessi Stati di diritto e di democrazia costituzionale tradiscono se stessi perché accanto ai cittadini soggetti di diritto concentrano masse di persone illegali, giuridicamente invisibili e perciò esposte a qualunque vessazione e sfruttamento, pur avendo tutti non solo lo stesso suolo ma lo stesso sangue.
Una tale situazione sembra evocare e rendere di attualità quello che agli albori del cristianesimo l’apostolo Paolo descriveva come “il mistero dell’anomia”, cioè la perdita di ogni legge e la pretesa dell’uomo e del potere “senza legge” di mettersi al di sopra di tutto additando se stesso come Dio. In quella stessa intuizione delle origini cristiane si annunciava però anche un “katécon”, una resistenza, una volontà antagonista che avrebbe trattenuto e raffrenato le forze della distruzione e impedito il trionfo della fine, aprendo la strada alla risoluzione della crisi.
Comunque si interpreti questa antica parola, noi avanziamo l’urgenza che dai popoli si esprima una tale resistenza, si eserciti questo freno, come già avvenne nel Novecento quando il movimento della pace in tutto il mondo, interponendosi in modo non violento tra i missili nucleari da un lato e l’umanità votata allo sterminio dall’altro, riuscì a ottenere il ritiro della minaccia e a scongiurare la guerra atomica.
Due impegni prioritari
Due appaiono oggi gli impegni prioritari di questo resistere agendo:
1 . Lottare perché le Potenze nucleari simultaneamente firmino e attuino il Trattato dell’ONU per la interdizione delle armi nucleari, cui già aderisce la maggior parte delle Nazioni;
2 . Lottare perché sia riconosciuto e attuato con politiche graduali e programmate il diritto universale di migrare e stabilirsi nel luogo più adatto a realizzare la propria vita. Lo ius migrandi, uno dei primi “diritti naturali” proclamati dalla modernità, sarebbe il volano di un profondo rinnovamento economico e sociale, e il più incisivo artefice della nuova identità di una società mondializzata con una umanità finalmente unita e custode della Terra che le è data per madre.
Ciò che auspica questo appello è che tale visione del mondo e della civiltà di domani non solo sia enunciata come ideale, ma sia assunta come compito, diventi resistenza e azione, si faccia “movimento”.
16 ottobre 2017
Firme:
Adolfo Perez Esquivel, Premio Nobel per la pace 1980, (difensore dei diritti umani contro gli aguzzini, i voli della morte e il genocidio), Argentina,
Shirin Ebady, Premio Nobel per la Pace 2003, (leader nella lotta per i diritti delle donne, delle bambine, dei bambini), Iran,
Jodi Williams, Premio Nobel per la Pace 1997 (promotrice abolizione mine antiuomo, presidente del Nobel Women’s Initiative), USA,
Mairead Corrigan-Maguire Premio Nobel per la Pace 1976 (fondatrice con Betti Williams del Northern Ireland Peace Movement), Regno Unito,
Enrico Calamai, ex console nel Paese dei “desparecidos”, noto come “lo Schindler argentino”,
Francesco Coccopalmerio, cardinale presidente del Consiglio per i testi legislativi,
Luigi Ferrajoli, filosofo del diritto,
don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e Presidente di Libera,
Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, promotore della Carta di Palermo 2015 dei diritti dei migranti e della mobilità come diritto umano inalienabile,
Riccardo Petrella, promotore del Gruppo di Lisbona, del patto sull’acqua e della “Carta dell’umanità”
Raniero La Valle, giornalista,
Grazia Tuzi, docente, Sapienza, Università di Roma
Fiorella Mannoia, cantante, Roma
Fritjof Capra, scienziato, studioso di teoria dei sistemi, Berkeley (California) e Schumaker College (Regno Unito)
Lorenza Carlassare, costituzionalista, Padova
Ugo Mattei, giurista, autore di “Beni comuni: un manifesto di ecologia del diritto” con Fritjiof Capra
Franck Chaumon, psichiatre, Paris,
mons. Raffaele Nogaro, ex vescovo di Caserta,
Alberto Mario Garau, Patriarcato Latino di Gerusalemme,
Antonia Sani, presidente della Women’s International League for Peace and Freedom-Italy, parte dell’ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) Premio Nobel per la Pace 2017
Moni Ovadia, uomo di teatro, scrittore,
Paolo Maddalena, giudice, ex vicepresidente della Corte costituzionale,
Nino Fasullo, redentorista, Palermo,
Sergio Tanzarella, storico della Chiesa, Napoli,
Domenico Gallo, magistrato di Cassazione,
Guido Calvi, giurista, Roma,
Francesco Zanchini, giurista, Roma
Gian Giacomo Migone, storico, Torino,
Tina Stumpo, Coordinamento Democrazia costituzionale, Roma,
Giuseppe Ruggieri, teologo, Catania,
Monica Cantiani, Roma,
Claudio De Fiores, costituzionalista, Napoli,
Raul Mordenti, critico letterario, Roma,
Raffaele Luise, giornalista, Roma,
Pino Solanas, regista, Argentina
Innocenzo Gargano, monaco camaldolese, biblista,
Giovanni Cereti, teologo cattolico,
Enrico Peyretti, Torino,
Bruno Secondin, teologo,
Giorgio Nebbia, ambientalista,
Vittorio V. Alberti, Roma,
padre Alex Zanotelli, missionario comboniano;
Vittorio Bellavite, di “Noi siamo Chiesa”,
Franco Ferrari, presidente Associazione “Viandanti”,
padre Giulio Albanese, missionario,
Antonietta Augruso insegnante,
Andrea Melodia, giornalista,
Luisa Morgantini, sindacalista,
Gianni Minà, giornalista,
Marinella Perroni, teologa,
Massimo Lucchesi, giornalista,
Vania De Luca, giornalista,
Antonino Abrami, Acting President dell’International Academy of Environmental Sciences,
Francesca Landini, informatica,
Angelo Bertucci, direttore del Centro di lingue moderne,
Monica Pendlebury, insegnante,
Richie French, matematico,
Rosie Betterton, Reader, Lancaster University,
Yasmin Bertucci, storica,
Nino Rocca, filosofo,
Piero Chiaro, giudice,
Michele Manzulli, sacerdote,
Carlo Maria Ferraris,
Cesare Antonucci,
Memi Campana, insegnante,
Paola Cotti,
Antonio Caputo, giurista, presidente di Giustizia e Libertà,
Mauro Armanino, missionario, Niamey,
Fernando Cancedda, giornalista,
Eugenio Lenardon, servizi informatici università di Trieste,
suor Gigliola Tuggia, biblista,
Anna Maria Biagini,
Fiorella Ferrarini,
Barbara Anglani,
Isabella Collinson, insegnante,
Maurizio Chierici, giornalista,
Piera Capitelli,
Giancarlo Piccinni, cardiologo, Alessano,
Giuseppe Stocco,
Giuseppina Noviello
Mitzi Patrizia Mari,
Mariolina Tentoni, Rimini,
Federico Zanda,
Angelo Casati, prete, Milano,
Stefano Benedetti,
Anna Laura Dillon,
Rosetta Cassarino,
Vinicio Milani,
Gabriella Pagnini,
Filomena Bertone Citti,
Teresitas Fioretti,
Elda Piacentini,
Milena Cremaschi,
Aldo Cinquini,
Peppe Cicirelli
Pasquale Ranghelli,
Jean-marc Nicolai,
Grazia Gugliotta,
Rosa Mastroleo,
Dario Gellera,
Stefano Fantoni,
Fabio Marchetti,
Maurizio Bracci, informatico,
Associazione e rivista Esodo, Mestre [Rete Viandannti],
Paolo Bertezzolo, Gruppo per il pluralismo e il dialogo [Rete Viandanti], Verona,
Fulvio De Giorgi, Comitato tecnico scientifico Associazione Viandanti, Saronno,
Claudio Ciancio, Chicco di senape [Rete Viandanti], Torino,
Don Achille Rossi, l’altrapagina [Rete Viandanti], Città di Castello,
Franco Ciliberti, l’altrapagina [Rete Viandanti], Città di Castello,
Alessandra Deoriti, Bologna,
Giancarlo Martini, Finesettimana [Rete Viandanti], Verbania Pallanza,
Gerardo Iuliano, neurologo, Salerno,
Maria Grazia Squassabia,
Piero Tani,
Don Luigi Consonni,
Giorgio Tavecchio,
Silvana Ratti,
Giorgio Bersani,
Rosario Grillo,
Tarcisio Zaffardi,
Enrico Agnelli,
Giovanni Sarubbi e Il Dialogo.org,
Paola Fecarotta,
Vincenzo Gornati,
Elena Fracca,
Lorenzo Murray,
Gianfranco Mammone,
Carmine Miccoli,
Teresa Guizzetti, insegnante,
Gabriella Gagliardo,
Giuseppe Cattaneo,
Christine Benard, Paris,
Karleinz Daub,
Nicola Froggio Francica,
Edoardo Azzimonti,
Walter Moiola,
Sara Buonincontri,
Paolo Marelli,
Giorgio Bonini,
Cinzia Papadia,
Francesco Agnelli,
Anna Marelli,
Annamaria Gerosa,
Antonella Ferrarin
Roberto Ferrari,
Peppino Orlando,
Franco Del Ben,
Luigi Calcerano, giallista,
Antonio Canziano,
Antonio Verdicchio,
Diego Cillio,
Sandro Pasqualini,
Biagio Ricceri, matematico, Catania,
Maurilio Rino Riva,
Giso Colombo,
Gianni Gaiga,
Ernesta Sarzi Sartori,
Angelo De Donatis,
Adria Archetti
Santino Di Dio
Carla Padovan
Renato Papa,
Margherita Ramponi,
Camillo Parolini
Maria Luisa Paroni
Valentino Bobbio
Sandro Gabaglio
Franca Furlan
Roberto Pontiggia
Donata Mauri
Elvira Iovino, presidente del Centro Astalli, Catania
Lucia Banchero
Valentino Bobbio
Rosa Cassarino, insegnante
Giuliano Minelli, Gubbio
Paola Prezeli, Gubbio
Santa Carandente, Quarto (Napoli)
Francesco Giuffrida
Enzo Nisoli, professore, Università di Milano
Francesco Comina, Centro Pace, Bolzano
Dolores Bonfà
Franca Maria Bagnoli
Grazia Le Mura
Antonio Salzano
Marta Pirozzi
Giuseppe Padovano Comitato No guerra No NATO
Francesco D’Angelo
Maria Fiorilli
Giovanni Rossetti, fisioterapista
Alessandro Zambonelli
Lucia Comparato
Giuseppe Campisi
Venturello Rinaldo
Anna Maria Sforza
Pasquale Ribezzo segretario CNA Puglia
Chiara Sibona
Domenico Mimmo Mugnolo
Vincenzo Zizzo
Filippo Trippanera
Amici di don Tullio Contiero
Pierluigi Mele
Basilio Buffoni
Mario Fusco
Enrico Frattini, Milano
Francesco Luciano
Chiara Sibona
Don Paolo Renner, teologo, Merano
Comunità del Cenacolo, Merano (Rete Viandanti)
Maria Teresa Pizzarotti, Associazione Viandanti, Parma
Casa della solidarietà, Quarrata, Pistoia (Rete Viandanti
Emma Cavallaro
Michele Messina, poeta
Liliana Tagliavia, medico, specialista in medicina dell’immigrazione
Vincenza Valenti, teologa
Iacopo Bertucci, insegnante
Valentina Piccolo, ingegnere civile
Maria Di Piazza, artista
Paola Zanella, impiegata
Cristina Bacchilega, impiegata
Graziano Valent, psichiatra
Maria Rosa Tini, psicologa
Carla Vizzali, commercialista
Ezio Locatelli, politico
Anna Bacchilega, medico
Peter Kilby, giornalista, Australia
Lorenzo Canino, musicista
Jeanine Salomon, Business woman, Paesi Bassi
Francesca Rella, hostess
Ignazio Turrigiano, ingegnere civile
Riccarda Colla, volontario diritti umani
Bruno Zaffoni, Designer
Cristina Cristoforetti, operatrice turistica
Riccardo Galli, imprenditore
Maria Pia Porta
Rocco Altieri, quaderni di Satyagraha
Centro Gandhi, Pisa
Riccardo Cristiano
Lucia Guarino
Alessandro Morazzini, assistente educativo culturale, Roma
Renato Rosati
Simonetta Cormaci
Stefania Dessalvi
Luigi Papa, Foggia
Enrico Giovannetti, operaio, Agliana (Pistoia)
Giusto De Vecchi
Maria Pia Bozzo, Genova
Giacomo Meloni, Segretario nazionale Confederazione Sindacale Sarda
Savino di Bitonto
Comunità Ecclesiale di Santangelo di Milano [Rete Viandanti]
Elisabetta Bertini, Pisa
Inge Pénot , Waldkirch (Germania)
Graziella Merlatti, Genova
Rosanna Marmiroli, Reggio Emilia
Prof. Paolo Vitolo, Università della Basilicata, Potenza
Emilio Motta, pensionato, Parma
Luca Bertagnolli
Paolo Cattaneo, Ciserano
Angelo Cifatte, Genova
Enrico Leoncini
Piero Trucchi, Genova
Gino Buratti
Giovanni La Malfa, “Quelli della via”
Umberto Scarcia, cardiologo pediatrico, Università di Parma, member of Board of Directors Mayo Alumni, Rochester, Minnesota (USA)
Alfonsina Brucato
Silvia Terranera
Angela Solimando
Salvatore Nocera
Elisa Bedoni
Padre Giovanni Belloni, missionario del PIME
Sebastiano Bottolico
Manlio Schiavo
Pasquale La Cerra
Luisella Stefanato
Alessio Zanata
Riccardo Rosetti
Beniamino De Nardis
Iolanda Marinucci
Nara Leonardo
Lino Allegri
Antonio Villa
Agata Cancelliere, insegnante
Giovanna Di Vita
Francesco Battista
Marco Romani, Associazione Pace Pane Lavoro, Reggio Emilia
Maria Paola Azzali, associazione Tonalestate
Alberto Zamberletti
Roberto Montebovi
Clementina Mazzucco, Rivoli (To)
Fabio Caneri, Rosa Bianca, Milano
Bruna Cantaluppi, volontaria associazione assistenza domiciliare, Arezzo
Ignazio Luciano
Licinia Magrini, Bologna
Teresina Caffi, missionaria saveriana, Parma
FONTE: Luca Kocci IL MANIFESTO
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