Stati Uniti. Gli antirazzisti fermano la alt-right nel Tennessee

Stati Uniti. Gli antirazzisti fermano la alt-right nel Tennessee

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La notizia è arrivata via social, «Murfreesboro è una trappola, non vale la pena rischiare, manifestazione annullata». Anche se il Tennessee di oggi non è più quello di un tempo in cui il Ku Klux Klan la faceva da padrone, il fatto che la mobilitazione organizzata dagli antirazzisti locali, compreso un collettivo vicino al movimento Black Lives Matter, abbia impedito il raduno che era stato lanciato dai gruppi della cosiddetta alt-right con il titolo di «White Lives Matter», indica come le cose stiano rapidamente cambiando anche da quelle parti.

Dopo che il 12 agosto durante un’analoga adunata che si era tenuta a Charlottesville, in Viriginia, una manifestante di sinistra era stata investita e uccisa da un giovane neonazista, il clima si è fatto via via più difficile per l’estrema destra anche negli Stati del Sud che non solo vantano una terribile tradizione in fatto di razzismo ma dove esattamente un anno fa Donald Trump fece man bassa di voti. Bersaglio dei sostenitori di Trump e dei suprematisti bianchi in questo caso erano le famiglie di rifugiati, per lo più somali e sudanesi, trasferiti di recente in questa zona centrale del Tennessee.

Da settimane contro l’iniziativa sono però andate crescendo le proteste, talmente vaste da far desistere alla fine i razzisti. Una vittoria che rispecchia anche sentimenti diffusi tra i bianchi locali più di quello che si sarebbe portati a pensare a prima vista. Come ha spiegato Trevor Childress, un veterano di guerra che si autodefinisce come «redneck» che ha raccontato con orgoglio ai giornalisti presenti di suo nonno che ha combattuto il nazismo durante la Seconda guerra mondiale e del fatto che per lui manifestare contro i fascisti di oggi sia un modo di restare fedele a quell’impegno che si era assunto allora il popolo americano.

FONTE: Guido Caldiron, IL MANIFESTO



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