Attentato a New York, una strage di ciclisti con otto morti

by Marina Catucci | 1 Novembre 2017 19:01

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NEW YORK. 8 morti e 11 feriti, questo il bilancio dell’attentato terroristico fatto a New York martedì alle 15 ora locale, il primo dopo la tragedia delle torri gemelle del 2001.

Un uomo, in seguito identificato come Sayfullo Saipov, 29 enne di nazionalità uzbeca, legalmente negli Stati Uniti dal 2010 e residente a Tampa, in Florida, ha percorso a tutta velocità, con un pick up noleggiato, oltre 1 km della pista ciclabile che costeggia il fiume Hudson nella zona sud di Manhattan, travolgendo ciclisti e pedoni prima di finire contro uno scuolabus con a bordo due adulti e due bambini.

La polizia di New York ha riferito che Saipov è poi uscito dal pick up con una pistola finta e un’altra ad aria compressa, secondo alcuni testimoni gridando Allah Akbar, “dio è grande” in arabo, ed a quel punto è stato fermato da un poliziotto che gli ha sparato, ferendolo all’addome.

Il poliziotto era sul luogo casualmente, per via di una chiamata che parlava del tentativo di suicidio fuori dal liceo davanti al quale era arrivato Saipov che, dopo essere stato colpito, è stato portato in ospedale. Sul suo furgone sono stati rinvenuti appunti scritti a mano in arabo che indicano lealtà all’Isis, una specie di giuramento, e la dichiarazione: “Agisco in nome del Califfato”.

Trump ha reagito all’attentato con una serie di tweet: “Ho appena ordinato all’ Homeland Security (ministero per la sicurezza interna) di rafforzare ulteriormente il nostro programma estremo di esame delle credenziali dei migranti o dei richiedenti asilo perché essere politicamente corretti è un bene, ma non in questo caso” ha scritto per rafforzare il tweet precedente dove aveva affermato: “Non possiamo consentire all’Isis di tornare o entrare nel nostro Paese dopo averlo sconfitto in Medio Oriente e altrove, basta!”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il tutto mentre i sostenitori di Isis festeggiano l’attacco: «Avete ucciso uomini, reso vedove le donne, orfani i bambini. Cosa vi aspettavate!», è uno degli slogan più diffusi sui network jihadisti.

Diverso il tono del sindaco di New York De Blasio che durante la conferenza stampa aveva la voce rotta ma ha rassicurato i cittadini, come anche ha fatto il governatore Cuomo, spiegando che l’attentato non fa parte di un piano complesso che ne comprende altri e che la massiccia presenza di forze dell’ordine che si vedrà nei giorni a venire è dovuta all’investigazione che è in corso. Entrambi hanno invitato i newyorchesi a reagire continuando la propria vita di sempre.

I newyorchesi li hanno accontentati, e poche ore dopo, nel Greenwich Village, vicino al quartiere di Tribeca dove si è svolto l’attentato, si è svolta, anche se blindata dalla polizia e sottotono, la tradizionale parata di Halloween.

“Vengo qua alla parata tutti gli anni – dice Marsha, 28enne del Queens – e non ho paura. Ero una bambina quando hanno attaccato le torri gemelle, sono cresciuta sapendo che prima o poi sarebbe accaduto di nuovo. Ogni giorno muoiono tantissime persone per attentati in tutto il mondo, questa è l’epoca in cui viviamo”.

FONTE: Marina Catucci, IL MANIFESTO[1]

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  1. IL MANIFESTO: https://ilmanifesto.it/

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