Ius soli. Uno sciopero della fame per non sentirsi impotenti

Ius soli. Uno sciopero della fame per non sentirsi impotenti

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Lo scorso anno sono arrivati in Italia circa 26mila minori non accompagnati. Quest’anno “solo” circa 13.400. Ecco, dei migranti non arrivati, una parte significativa ora si trova in Libia, in quei centri di detenzione definiti orribili da tutte le organizzazioni per la tutela dei diritti umani. Ragazzi e bambini come quegli 800mila figli di stranieri nati e cresciuti nel nostro Paese a cui non viene riconosciuto il diritto a una cittadinanza piena. Nella storia c’è un precedente a tutto, ma quella che si configura appare una sorta di guerra ideologica contro i minori: e questo sì, rappresenta un fatto storico senza precedenti.

Eppure qualcosa si deve fare per non doverci amaramente rammaricare, tra qualche mese o qualche anno, della nostra impotenza o ignavia.

E se – come molti segnali sembrano confermare – questi sono giorni decisivi per la sorte dello ius soli è necessario provare ad impedire che si chiuda lo spiraglio, pur esile, che sembra essersi aperto. E’ per questo motivo che, a partire da oggi, 5 ottobre, iniziamo uno sciopero della fame a staffetta senatori e deputati, insieme a tutti quei cittadini che ritengono quella sullo ius soli una legge ragionevole e saggia.

L’iniziativa raccoglie il testimone del digiuno attuato lo scorso 3 ottobre (giornata nazionale in memoria delle vittime delle migrazioni) da oltre 900 insegnanti in tante scuole italiane a sostegno della legge. Infatti, dopo l’approvazione della nota di aggiornamento al Def, si apre una finestra.

La legge di stabilità arriverà alle Commissioni del Senato verso la fine di ottobre: ciò vuol dire che vi sono due settimane di tempo per ricercare i numeri necessari alla fiducia sul provvedimento relativo alla riforma della cittadinanza.

Ed è esattamente in queste settimane che si svolgerà la nostra iniziativa di digiuno a staffetta. Hanno aderito già decine di senatori e deputati, il ministro Graziano Delrio e i sottosegretari Benedetto Della Vedova e Angelo Rughetti, oltre ai dirigenti di Radicali italiani. Ma ciò che ci aspettiamo è l’adesione e la partecipazione attiva di tanti cittadini. Si tenga conto che quello stesso periodo di tempo coincide con la fase conclusiva della campagna «Ero straniero. L’umanità che fa bene» e della relativa raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata al superamento della “Bossi-Fini”.

I due obiettivi potrebbero – e dovrebbero – sostenersi e incentivarsi a vicenda. E si ricordi che il pomeriggio del 13 ottobre, a partire dalle ore 15, davanti a Montecitorio è prevista una manifestazione, promossa dalla rete degli «Italiani senza cittadinanza», alla quale sarebbe importante che molti partecipassero.

Si tratta, ne siamo consapevoli, di una prova difficile ma che vale la pena affrontare. Una sfida che riguarda le parole e i pensieri e la rappresentazione di fenomeni che fanno parte della nostra vita e della nostra contemporaneità. D’altra parte «tutte le grandi rivoluzioni della vita umana avvengono nel pensiero», come scriveva Lev Tolstoj.

E nella dimensione del pensiero, lì dove si formano idee e sentimenti, l’intolleranza etnica può trovare lo spazio per covare e svilupparsi. Ma anche quello per essere contrastata e sconfitta.

Per aderire allo sciopero della fame per lo Ius soli bisogna comunicare la propria partecipazione al link 

FONTE: Luigi Manconi, Antonella Soldo, IL MANIFESTO



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