by Giovanna Casadio | 11 Settembre 2017 9:01
Zanda (Pd): “Il Senato può approvarla tra il Def e la legge di Stabilità, ma serve una maggioranza”. Mancano garanzie sui voti centristi
ROMA. «Potrebbe esserci una finestra parlamentare ad ottobre per approvare lo ius soli dopo il Def e prima della legge di Stabilità». Luigi Zanda, il capogruppo del Pd al Senato, apre uno spiraglio, alla vigilia della riunione dei capigruppo di domani che deciderà il calendario dei lavori d’aula. Una via di mezzo tra il rinvio a data da destinarsi (magari mai) come vorrebbe la destra, e soprattutto la Lega, e l’accelerazione chiesta da Mdp e Sinistra italiana.
E intanto si moltiplicano gli appelli. L’ultimo in ordine di tempo è quello indirizzato ai cittadini italiani e al capo dello Stato, Sergio Mattarella, ai presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini. È un invito a non escludere gli 800 mila bambini figli di immigrati regolari e nati in Italia: «Oggi la patria è dove trovi pace e rifugio, è quella che rende possibile una convivenza civile. Le guerre, le occupazioni, le intolleranze, gli abusi, le violenze stanno rendendo la nostra terra inabitabile a intere popolazioni costrette alla fuga. La patria è dove ti puoi fermare. È in questa luce che la cittadinanza cambia aspetto e dal diritto di sangue si apre al diritto del suolo… il nuovo principio dice che un bambino che nasce e cresce in Italia, che parla italiano e studia italiano, è italiano. È il vivere insieme e parlare una stessa lingua che ci rende concittadini». A promuovere l’appello Ginevra Bompiani, Gianfranco Bettin, Carlo Ginzburg, Goffredo Fofi, Luigi Manconi, Furio Colombo ma sono quasi un centinaio le adesioni di artisti come Moni Ovadia, Franca Valeri e intellettuali da Walter Siti a Emanuele Trevi, Valerio Magrelli. Tutti gli aggiornamenti si trovano sul sito appelloiussoli. wordpress.com La legge sullo ius soli è stata già approvata dalla Camera due anni fa ma la discussione nell’aula del Senato si è bloccata a giugno scorso dopo una rissa in cui rimase contusa la ministra dem Valeria Fedeli. I leghisti hanno presentato e intendono mantenere 40.408 emendamenti. Zanda avverte che prima di tutto va sbrogliato il nodo politico: «Deve esserci una maggioranza, altrimenti metteremmo a rischio il Bilancio dello Stato ». Si tratta insomma di avere garanzie da Alfano e dal suo partito Ap sul voto di fiducia inevitabile visto l’ostruzionismo della Lega. Basterebbe che la maggioranza dei senatori alfaniani votasse a favore – ragiona Zanda – e ci sarebbero così i numeri per approvare definitivamente lo ius soli. I 5Stelle hanno annunciato l’astensione.
Fonte: Giovanna Casadio, LA REPUBBLICA[1]
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