by Riccardo Chiari | 9 Settembre 2017 17:30
FIRENZE. Le due ragazze sono credibili. E i due carabinieri che, dopo averle accompagnate a casa, hanno abusato di loro, ora sono sotto inchiesta per violenza sessuale. La svolta su una vicenda angosciosa che sta interessando anche il dipartimento di Stato statunitense («Prendiamo le accuse molto seriamente»), è arrivata la notte scorsa. Le due studentesse ventenni sono state ascoltate a lungo negli uffici della procura, sia insieme che separatamente, dalla pm Ornella Galeotti. Una magistrata esperta, ben conscia della estrema delicatezza psicologica del caso. Alla fine le testimonianze rese dalle ragazze hanno cancellato anche i piccoli dubbi emersi dopo la loro prima denuncia in Questura: le giovani hanno confermato le loro accuse, e dato spiegazioni non contraddittorie su quanto accaduto nella notte fra mercoledì e giovedì.
Di qui la decisione della magistratura fiorentina, che vede impegnato anche il procuratore capo Giuseppe Creazzo in un ruolo di coordinamento anche «politico» fra le forze di polizia, di aprire il fascicolo di indagine per violenza sessuale. I due militari dell’Arma, che erano già stati individuati, sono finiti sotto inchiesta. Secondo alcune voci potrebbero essere anche arrestati, nonostante la mancanza delle tre condizioni (pericolo di fuga, inquinamento delle indagini, reiterazione del reato) necessarie per un’ordinanza di custodia cautelare.
Gli effetti della svolta nelle indagini si sono visti fin dal mattino, quando il comando provinciale dei carabinieri ha invitato in Borgo Ognissanti il console generale Usa a Firenze, Benjamin Wohlauer. E’ stato fatto sapere che il comandante Giuseppe De Liso ha rassicurato il console «sulla massima trasparenza, il massimo rigore e il massimo sforzo dell’Arma per arrivare all’accertamento della verità». Al tempo stesso i carabinieri hanno voluto ribadire «la volontà di rassicurare tutti i cittadini, italiani e stranieri: l’Arma da sempre è a fianco della gente e continuerà ad esserlo».
Le indagini della squadra mobile hanno anche confermato lo scenario tratteggiato dal racconto delle ragazze. I due militari sotto inchiesta intervengono, insieme ad altre due pattuglie, in seguito ad una chiamata per una minirissa iniziata fra le tre e le quattro del mattino di giovedì nei pressi della discoteca Flò al piazzale Michelangelo. L’arrivo delle tre gazzelle riporta la calma, e a quel punto i due carabinieri si imbattono nelle studentesse, preoccupate perché non riescono a trovare un taxi per tornare a casa. Dalle testimonianze raccolte le giovani hanno bevuto (una delle due parecchio), e così i due militari si offrono di riportarle a casa, distante alcuni chilometri, con la “gazzella” di servizio.
Quello che appare come uno strappo formale al regolamento, ma comunque dettato dal buonsenso, si trasforma in un autentico dramma non appena l’auto dei carabinieri, individuata da alcune telecamere di sorveglianza, si ferma in Borgo Santi Apostoli, dove risiedono le due giovani. Dal loro racconto uno dei militari abusa di una ragazza nell’androne del palazzo del centro, il suo collega fa lo stesso con l’altra nell’ascensore.
Gli investigatori, che hanno chiesto e ottenuto dalle due studentesse i vestiti indossati quella notte, subito presi in esame dalla polizia scientifica, hanno recuperato delle tracce biologiche che saranno di ulteriore aiuto nell’inchiesta. Mentre da fonti ospedaliere emerge che le ragazze, che al di là della giustificatissima prostrazione psicologica sono state trovate in buone condizioni e senza segni esterni di violenza, hanno avuto, negli ultimi giorni, rapporti sessuali. Solo gli approfondimenti della polizia scientifica potranno peraltro dare ulteriori elementi per un’inchiesta in cui i due militari sono comunque in una posizione indifendibile: sia nell’ipotesi di stupro che di un rapporto pseudo-consenziente con due giovani che avevano bevuto.
Anche la procura militare di Roma ha aperto un’indagine ‘per atti relativi’ sul caso. Ed è intervenuta Roberta Pinotti: «Gli accertamenti sono ancora in corso ma risulta una qualche fondatezza rispetto alle accuse che vengono mosse. Si tratterebbe, e il condizionale è d’obbligo, di un episodio gravissimo. Lo stupro è sempre grave, ma è di gravità inaudita se commesso da carabinieri in uniforme».
FONTE: Riccardo Chiari, IL MANIFESTO[1]
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