Ordine e speculazione, il codice Raggi-Minniti contro gli occupanti
ROMA. Marco Minniti e Virginia Raggi si sono incontrati. Da una parte del tavolo il ministro della legge sul decoro e la sicurezza, dall’altra la sindaca che negli ultimi giorni ha scelto di schierarsi duramente contro i movimenti di lotta per la casa. Il senso del dialogo sta nelle parole dei giorni scorsi del capogruppo grillino in Campidoglio Paolo Ferrara: «Il Pd getti via la maschera e faccia sapere se sta con chi occupa abusivamente oppure dalla parte della legalità». Il Movimento 5 Stelle ha scelto di sfidare il centrosinistra sul terreno della tolleranza zero alle occupazioni abitative.
IL SUSSEGUIRSI DEGLI EVENTI delinea lo scenario. Dopo le vicende dello sgombero dei rifugiati eritrei, Raggi aveva chiesto di incontrare il ministro. Uscendo dal Viminale, è lei a tracciare le prossime mosse: «Non ci sarà alcuna corsia preferenziale per chi occupa abusivamente», scandisce Raggi riferendosi ancora una volta ai criteri di spesa dei milioni di euro per l’emergenza abitativa in arrivo dalla Regione Lazio. Nella delibera che stanzia quei quattrini si fa riferimento alle quasi cento occupazioni romane e ai circa 5.000 nuclei che vi abitano, stabilendo che una parte dei nuovi alloggi venisse loro riservata. La norma fissa l’asticella al 30 %. Già il commissario Tronca, che era succeduto a Ignazio Marino, aveva proposto di dimezzare quella quota. L’attuale amministrazione insiste per cancellarla del tutto, come se anni di lotta per la casa non fossero mai esistiti. Ieri Raggi uscendo dal Viminale ha ribadito «l’offerta di sostegno a tutti coloro che ne hanno diritto: iscritti nelle liste di attesa per gli alloggi pubblici e persone con fragilità».
LA SECONDA PROPOSTA fatta da Raggi a Minniti abitava le preoccupazioni di molti già nei giorni scorsi: «Ho chiesto al ministro – spiega la sindaca – uno strumento normativo per mettere sul mercato le oltre 200mila case sfitte o invendute presenti a Roma: un’operazione di questo tipo oltre ad andare incontro alle richieste delle famiglie, potrebbe rilanciare il settore dell’edilizia in crisi da anni. Il governo ha gli strumenti per riattivare il mercato. Lo faccia presto». Su Roma milioni di metri cubi di cemento sono piovuti dal Piano regolatore che risale a dieci anni fa, ai tempi della sindacatura di Walter Veltroni.
Dopo la manna per i costruttori, e la bolla finanziaria gonfiata dal mattone, potrebbe arrivare il regalo inaspettato da parte dei bilanci pubblici: l’emergenza abitativa come occasione per far «ripartire il mercato». Sempre ieri, i due quotidiani che rispondono ai costruttori romani per eccellenza, annusavano l’affare. Uno indicava la prossima occupazione da sgomberare (si tratterebbe dell’Hotel Aniene Palace, sulla Tiburtina: ci vivono 200 persone), l’altro annunciava la nascita dell«asse Minniti-Raggi» contro i movimenti per il diritto all’abitare. Che ieri hanno presidiato il Viminale da qualche centinaio di metri, dalle scalinate della basilica di Santa Maria Maggiore in piazza dell’Esquilino.
FONTE: Giuliano Santoro, IL MANIFESTO
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